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Vincitori Fellowship 2016

Scritto da Redazione IBSA | 22 mar 2017
IBSA Foundation ha premiato i cinque ricercatori vincitori delle Fellowship IBSA 2016. Alla cerimonia di premiazione erano presenti: Arturo Licenziati, Presidente e CEO di IBSA, Adriana Albini, Direttore del Laboratorio di Biologia Vascolare ed Angiogenesi dell’IRCCS MultiMedica di Milano, Giovanni Pellegri, Responsabile de L’Ideatorio – Università della Svizzera Italiana, e Silvia Misiti, Direttore IBSA Foundation for scientific research. I cinque giovani premiati, provenienti da altrettanti centri di eccellenza della ricerca medico scientifica europea, hanno ricevuto un assegno di 24.000 EURO ciascuno, per sostenere i loro studi.

Nello specifico per l’area Dermatologia è stato premiato Francesco Piacente del Dipartimento di Medicina Interna e Oncologia Medica dell’Università di Genova, con un progetto dal titolo “Inibitori chimici sulle lesioni precancerose”, realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Biochimica dell’Università di Losanna. Lo studio si propone di effettuare una valutazione preclinica di piccole molecole inibitrici per il trattamento del “campo di cancerizzazione cutanea”, termine utilizzato per indicare vaste aree di lesioni precancerose dove cellule geneticamente alterate, ma istologicamente senza atipie, precedono lo sviluppo di una neoplasia e si affiancano a cellule maligne già presenti. A tal fine, gli inibitori SIRT6 disponibili, che hanno già dimostrato una forte attività su cheratinociti umani coltivati, verranno inizialmente testati in vitro in cellule di carcinoma di cellule squamose. Successivamente, saranno testati in un modello di topo di “campo di cancerizzazione”.

Per l’area Endocrinologia, il premio è stato consegnato a Anne Houbrechts del Laboratorio di Endocrinologia Comparativa dell’ Università di Leuven-Belgio, con uno studio dal titolo “Deficit degli ormoni tiroidei: riflessi sulla fertilità e il diabete”. Il progetto prende il via dall’analisi dell’’azione degli ormoni tiroidei al livello dei tessuti, coordinata da diversi tipi di regolatori: i trasportatori (che facilitano afflusso e deflusso degli ormoni tiroidei attraverso la membrana cellulare), le deiodinasi (enzimi che attivano e inattivano gli ormoni tiroidei) e i recettori (ai quali gli ormoni tiroidei si legano per influenzare la trascrizione dei geni). La ricerca prevede lo studio degli effetti causati dal deficit dell’enzima deiodinasi di tipo 2 e si propone di aiutare a identificare i meccanismi molecolari alla base dei problemi di fertilità nei pazienti ipotiroidei, e il coinvolgimento di questo enzima coinvolto nel diabete mellito.

Ilaria Ferrari è stata invece la vincitrice della borsa di studio nell’area Fertilità/Infertilità del Laboratorio di Ricerca in Endocrinologia e Metabolismo dell’Istituto Auxologico Italiano di Milano, con uno studio sui test genetici per prognosi migliori nella riproduzione assistita dal titolo “Test genetici per prognosi migliori nella riproduzione assistita”. Lo scopo della ricerca è quello di condurre uno screening di geni con un ruolo strutturale nella meiosi in uno specifico gruppo di pazienti con insufficienza ovarica primitiva (POI). Una migliore comprensione di questi difetti genetici contribuirà alla costruzione di test genetici in grado di prevedere un deterioramento precoce della riserva ovarica e le prognosi peggiori nei protocolli di riproduzione assistita.

Per l’area dedicata alla Terapia del Dolore, il premio è stato consegnato a Mayya Sundukova del Laboratorio Europeo di Medicina Molecolare (EMBL) di Monterotondo – Roma, grazie allo studio sulla cura delle neuropatie dal titolo “Cura delle neuropatie: strategie periferiche più efficaci”. Obiettivo del progetto è disegnare anestetici locali in grado di agire in maniera mirata solo su un sottoinsieme desiderato di fibre sensoriali mieliniche, e prevenire la depolarizzazione della membrana nervosa solo in quei neuroni. I risultati di questo lavoro potranno suggerire un nuovo approccio terapeutico per alleviare il dolore neuropatico in pazienti umani.

Infine, Olga Krupkova dell’Istituto di Biomeccanica del Politecnico Federale di Zurigo, è stata premiata nell’area Ortopedia/Reumatologia con uno studio dal titolo “Microparticelle biologicamente attive per la cura per la cura della lombalgia”. La ricerca parte dal presupposto che la lombalgia è la principale causa di disabilità, limitazione di attività e perdita di produttività in tutto il mondo di oggi, colpendo circa l’80% di tutte le persone che soffrono di mal di schiena almeno una volta nella loro vita. La malattia degenerativa del disco (DDD), un disturbo multifattoriale progressivo del disco intervertebrale (IVD), è uno dei principali fattori nello sviluppo della lombalgia e attualmente non esiste alcuna terapia disponibile in grado di arrestare il processo degenerativo. L’obiettivo del progetto è quello di migliorare il trattamento della malattia degenerativa del disco mediante lo sviluppo di un prototipo medico minimal-invasivo, composto da microparticelle biologicamente attive disperse in un supporto di protezione, iniettabile e “intelligente”.

Durante la cerimonia di premiazione, IBSA Foundation ha lanciato il nuovo bando per il 2017. Ogni anno i ricercatori aderenti al progetto sono sempre più numerosi. Nel primo anno, infatti, hanno partecipato al bando 50 giovani, mentre in questa 4^ edizione delle Fellowship, IBSA Foundation ha individuato i vincitori fra 120 progetti di ricerca provenienti per lo più da Europa e Stati Uniti.

 

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