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auroraMeccanica - Narrative Space Studio

Scritto da Giacinto Di Pietrantonio | 19 dic 2022

Le opere di auroraMeccanica, collettivo artistico italiano, consistono in videoinstallazioni interattive che mettono al centro il fruitore e la sua partecipazione. Non è da meno “La Gabbia”, opera disponibile al MUST di Milano grazie alla partnership con IBSA Foundation.

auroraMeccanica è un collettivo artistico fondato a Pisa nel 2007 da Carlo Riccobono e Roberto Bella come studio di produzione audiovisivo, che, nel 2009, si sposta a Torino, includendo Fabio Alvino a cui dal 2015 si aggiungono Giovanni Giordano, Selenia Grossi e Giulia Zucca. È un gruppo artistico che concentra le proprie energie nella realizzazione di videoinstallazioni interattive destinate a circuiti artistici e non. Il loro è un approccio sinestetico, multisensoriale e interattivo che, mettendo insieme tecniche antiche e tecnologie avanzate, permette loro di realizzare opere “magiche” e partecipative, in cui lo spettatore è anche attivatore dell’opera che, per questo, muta in continuazione forma e significato.

Si tratta di una poetica innovativa che vale premi e partecipazioni a importanti rassegne tra cui la vittoria del Premio Gemine Muse, 2010, il Premio Pav 2012, la partecipazione ai Parallel Events di Manifesta 9 e a numerose esposizioni personali e collettive nazionali e internazionali con il Politecnico di Torino e Il Castello di Rivoli per l’opera Il mondo di Lorenzo, “percorso multisensoriale relativo all’autismo in cui vengono ricreate le percezioni del mondo vissute attraverso i sensi di un bambino autistico.”

Proprio quest’ultimo lavoro apre loro le porte a collaborazioni con Musei Reali, Museo del Risorgimento, Accademia delle Scienze, Museo di Antichità e Urban Center a Torino, Triennale, Ospedale Niguarda, Design Week, Rotonda della Besana a Milano e più recentemente con il Polo del 900 di Torino con la mostra “Che Razza di Storia”, percorso interattivo per gli 80 anni dalla promulgazione delle leggi razziali, che ha ricevuto la visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Da segnalare e anche la mostra “Senza limiti oltre i confini” dedicata al cinema di montagna presso il Museo della Montagna di Torino; l’allestimento tecnologico interattivo permanente presso il Museo Popoli e Culture di Milano del 2019.

L’arte partecipativa e la narrazione di storie 

Come si sarà notato i luoghi di presentazione di opere temporanee e permanenti del collettivo auroraMeccanica sono i più diversi, andando dai musei d’arte a quelli del design, antropologici, del cinema, della scienza e così via. Questo ci porta a fare alcune riflessioni sia generali che specifiche, in quanto il loro è un lavoro a 360° che utilizza un metodo che mette al centro la partecipazione attiva del pubblico, dove poetica, estetica e tecnologia sono al servizio del coinvolgimento emotivo dello spettatore.

Opere in cui arte, scienza e tecnologia si alleano per una dinamica sinestetica, mettendosi a disposizione della vita per “suggerire l’invisibile”. Questo fa sì che la narrazione di storie sia uno dei motivi conduttori sempre presenti nella loro opera sia quando creano lavori di “natura puramente artistica”, che quando realizzano opere su commissione affiancando altri eventi, come ad esempio per il Polo del 900 di Torino con Che razza di Storia.” Perciò visitando il loro sito nella prima pagina troviamo la scritta: auroraMeccanica Narrative Space Studio.

Restando, però, nell’ambito artistico ci piace segnalare l’opera Figura esposta presso la Fondazione Modena Arti Visive che riflette e ci aiuta a riflettere sull’uso e creazione delle immagini digitali di Instagram in cui siamo contemporaneamente tutti produttori e fruitori, creatori e consumatori. In questa ci troviamo di fronte a una videoproiezione di 9 metri che ci appare a prima vista come una proiezione di punti luminosi, una galassia stellare, ma che si rivela un grande collage elettronico di immagini che auroraMeccanica chiama le “figurine contemporanee, in relazione alla figurina cartacea che proprio a Modena con la Panini trova sua sede mondiale. La differenza è che esse sono immagini di ogni tipo e non solo di personaggi famosi, maggiormente sportivi, e non hanno la tattilità che contraddistingue quelle cartacee, ma un’apertura verso il multiverso contemporaneo.

Digital Aesthetics: La Gabbia

Tuttavia, pur lavorando soprattutto con tecnologie immateriali gli auroraMeccanica mantengono spesso la relazione corporale all’interno del loro lavoro. Infatti, arrivando a oggi, nel dicembre 2022, auroraMeccanica Narrative Space Studio presenta un’opera-installazione interattiva presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica di Milano (MUST) all’interno del progetto educativo Future Inventors sostenuta e in partnership con IBSA Foundation.

Si tratta dell’opera La Gabbia, consistente in una piccola gabbia per uccellini vuota sospesa al centro della sala che i visitatori possono toccare. Quando gli utenti la toccano una “tecnologia invisibile” genera ombre di uccellini che fuoriescono magicamente dalla gabbia librandosi in aria con grande stupore ed emozione dell’osservatore attivatore.

È una installazione site-specific che attiva il vissuto partecipativo del visitatore non più considerato come utente passivo, ma essere sociale e co-autore dell’opera. Questo mette in secondo piano l’autore come genio solitario, invitando alla socialità educativa che questo tipo di opere attiva. È un’opera anche metafora dei tempi pandemici che stiamo vivendo, in cui da un paio di anni il mondo è finito nella gabbia del lockdown, generando così una consapevolezza maggiore e voglia di libertà che, come contraccolpo, l’opera genera.

"La Gabbia" di auroraMeccanica, fa parte del progetto Digital Aestethics e si aggiunge al programma permanente di installazioni di arte digitale, che ad oggi conta grazie a IBSA Foundation anche "Chromata" di Micheal Bromley e "Robotic voice activated word kicking machine" di Neil Mendoza, disponibili al MUST.

       

A cura di Giacinto Di Pietrantonio