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Coronavirus: la prospettiva evoluzionistica | Fondazione IBSA

Scritto da Luca Nicola | 17 mar 2020
 
 

 


Per combattere un nemico, lo devi conoscere: questa antichissima e saggia considerazione ci può aiutare ad affrontare con una consapevolezza diversa l’impatto che il virus SARS-CoV2 sta avendo sulle nostre vite.

 

Lo spiega molto bene in questo video il filosofo della scienza Telmo Pievani, che inquadra il fenomeno dal suo particolare punto di vista (quello dell’evoluzionista):

“Un pacchetto di RNA circondato da una capsula di proteine, piccolissimo, delle dimensioni di un decimilionesimo di metro, ci ha sconvolto l’esistenza. Come è possibile? Guardiamo la questione dal punto di vista evolutivo: questi organismi – non sappiamo se definirli viventi o semi-viventi – sono molto antichi, in circolazione da più di tre miliardi di anni. Significa che hanno avuto tanto tempo a disposizione per infettare dapprima i batteri e poi iniziare e proseguire la lotta, da seicento milioni di anni fa a questa parte, con gli organismi pluricellulari, noi compresi. I virus sono antichissimi, noi siamo una specie giovanissima, abbiamo soltanto da duecento a trecento millenni. Hanno, quindi, un certo vantaggio. L’RNA in particolare è poi una molecola abbastanza instabile, più del DNA e forse più antica: i virus mutano quindi molto più velocemente rispetto a noi esseri umani. Noi, in confronto, siamo dei pachidermi, lentissimi”.

In un raffronto tra la nostra specie e i virus, i fattori dell’esperienza e della velocità sono quindi tutti dalla loro parte. Ma c’è un altro aspetto che dobbiamo tenere bene a mente: dal punto di vista del virus SARS-CoV2, gli esseri umani sono il bersaglio ideale. Ecco perché:

“Noi siamo 7,5 miliardi di potenziali ospiti, diffusi in tutto il mondo e abbiamo inventato mezzi di trasporto (navi, treni, aerei) in cui ci ammassiamo e viviamo per la maggior parte in città e metropoli: dal suo punto di vista noi siamo l’ospite perfetto per diffondersi.

Ricordiamolo, il virus obbedisce a un imperativo darwiniano primordiale: moltiplicarsi, fare copie di se stesso il più possibile, finché può”.

È evidente che la nostra posizione di partenza non è delle migliori. Dovremmo quindi essere molto cauti, attenti e sulla difensiva. Invece, negli ultimi decenni abbiamo fatto esattamente il contrario: con i nostri comportamenti abbiamo aiutato i virus ad attaccarci.

“Perturbare e deturpare gli ecosistemi, soprattutto le foreste primarie, è una pessima idea se vogliamo difenderci da questi virus, perché in questo modo alcuni di questi microorganismi, i più pericolosi, hanno fatto il cosiddetto salto di specie: sono passati dall’animale dove erano, che ha fatto da ospite-serbatoio (possono essere pipistrelli, volpi volanti, roditori, scimmie) all’ uomo. Se noi distruggiamo l’ambiente, per esempio sostituendo la foresta primaria con piantagioni di palme o altre che attirano gli animali fuori dalla foresta, ciò significa aumentare tanto le possibilità di contatto con noi. Il che non è una buona idea”.

La progressiva distruzione e modificazione degli ecosistemi, che sta avvenendo anche nelle ultime aree finora incontaminate del pianeta, favorisce il passaggio di agenti patogeni come i virus dagli animali selvatici all’uomo. Questo può avvenire con il contatto tra animali selvatici e domestici e non solo:

“Molti di questi animali selvatici, esotici, che non potremmo nemmeno cacciare, li andiamo a prendere nella foresta, li portiamo fuori e poi li carichiamo su delle navi e li mettiamo in mostra in vari mercati (non solo in Cina: ce ne sono in tutto il mondo), ammassati, in gabbia, vivi e morti, con condizioni igieniche pessime, mentre inservienti e clienti li toccano ed entrano in contatto con loro senza la minima precauzione. In una situazione del genere il virus a RNA fa il suo mestiere, purtroppo: salta di specie, se può farlo, e se noi gli diamo tutte queste possibilità di farlo”.

La cosa incredibile è che noi homo sapiens abbiamo (avremmo) un enorme vantaggio rispetto ai virus: il nostro cervello. Con la nostra intelligenza siamo perfettamente in grado di prevedere e immaginare cosa potrebbe succedere, correndo per tempo ai ripari. E invece perseveriamo nei nostri errori. Un lusso che non possiamo assolutamente più permetterci: le pandemie producono un costo insostenibile in termine di vite umane e di danni socio-economici.

Come ci ricorda il Professo Pievani, i virus hanno degli avversari formidabili che possiamo scatenare contro di loro: la ricerca scientifica, l’igiene, il progresso sociale (povertà, diseguaglianza, carestie e guerre sono tutti alleati dei virus) e la difesa dell’ambiente.