L’aumento delle temperature globali è ormai una realtà e, in questa situazione, crescono i casi di morte e di patologie riconducibili direttamente all’eccesso di calore, oltre ai disagi e ai malesseri che affliggono un numero sempre più ampio di persone.
Secondo un recente studio condotto dai ricercatori della London School of Hygiene & Tropical Medicine e dell'Imperial College di Londra, nel 2025 il cambiamento climatico ha causato circa 16.500 decessi aggiuntivi in 854 città europee tenute sotto osservazione, colpendo particolarmente gli anziani (le persone di età pari o superiore a 65 anni rappresentano l'85% dei decessi stimati).
In tale scenario, la ricerca di soluzioni che aiutino a contrastare temperature sempre meno sopportabili è costante, e sta cominciando a fornire risultati interessanti. Tra questi, come riferisce la rivista scientifica Nano Research, va segnalato un nuovo tipo di tessuto messo a punto dai ricercatori dello STEM and Future Industries Institute dell’Università dell’Australia del Sud, una delle aree più flagellate dalle ondate di calore e dagli incendi, insieme ai colleghi del National Engineering Research Center for Advanced Polymer Processing Technology, dell’Università di Zhengzhou, in Cina.
Il nuovo materiale è in grado di “raffreddare” la pelle, perché trattiene molto meno calore e umidità rispetto al cotone e ad altri tessuti. Per realizzarlo i ricercatori hanno utilizzato due componenti: l’acido polilattico o PLA, usato anche nelle plastiche bio (in questo caso impiegato come base tessile), e il nitruro di boro (BNNS) in dimensioni nanometriche (milionesimi di millimetro) assemblate per formare fogli sottilissimi, che agevolano la traspirazione.
Il risultato è un tessuto molto leggero, di colore chiaro, ottenuto grazie a una filatura elettrica (relativamente facile da realizzare su scala industriale), che riflette fino al 96% della luce solare in ambienti esterni e ha una traspirabilità che è cinque volte quella del cotone naturale. «Il nostro obiettivo - spiega il professor Jun Ma, del Future Industries Institute - era quello di progettare un tessuto intelligente e sostenibile, in grado di regolare passivamente la temperatura corporea, non utilizzando energia, ma sfruttando i processi fisici naturali. La combinazione di elevata riflettanza (capacità di riflettere i raggi solari, ndr) e controllo dell'umidità fa sì che chi lo indossa si senta notevolmente più fresco e asciutto».
Nei test effettuati sul campo, la temperatura misurata sulla pelle durante la piena esposizione al sole è diminuita in media di 2 gradi centigradi rispetto a quella della pelle non ricoperta dal tessuto, mentre durante la notte il calo è arrivato a 3,8 gradi.
Il tessuto che raffredda la pelle ha un ambito di impiego ampio, almeno dal punto di vista teorico. Potrà essere molto utile agli anziani, naturalmente, ma anche a chi lavora all’aperto, e alle persone che si sottopongono ad allenamenti sportivi.
Se le buone performance verranno confermate da ulteriori studi, la produzione potrà essere avviata in tempi rapidi grazie all’elettrofilatura, che normalmente non viene usata per i tessuti, ma è comunque molto diffusa nel mondo industriale per la realizzazione di filtri avanzati, materiali tecnici biomedicali e altro, a costi non eccessivamente elevati.