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Ambulatorio nel museo egizio
Catterina Seia30 mag 20224 min read

Vuoi pensare alla tua salute? Il medico ti riceve in biblioteca e in museo

Abitiamo gli ambienti, ma nel contempo gli ambienti ci abitano in un principio di circolarità. Lo spazio naturale e antropizzato, il senso che attribuiamo ai luoghi concorrono alla percezione del benessere di ogni persona.

La progettazione dei luoghi della vita quotidiana, delle infrastrutture sociali partendo da contesti sensibili come scuole e ospedali, ha rilevanza nel valore dell’esperienza, nel ridurre l’ansia e aumentare le potenzialità di risposta positiva di ogni individuo.

La pandemia – considera Guido Giustetto, Presidente Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Torino – ha messo a dura prova ogni persona, ogni organizzazione e tutti i sistemi, in primis quelli sanitari e con questi anche la medicina di famiglia. Tra i medici sono aumentati lo stress, sintomi come l’insonnia, la difficoltà di conciliare il lavoro con la famiglia, il burn out.”

Su queste basi nasce l’inedita progettualità concepita dalla Fondazione Architettura di Torino: progettare ambulatori medici in realtà di bellezza e significato, come musei e biblioteche. Un percorso ambizioso con l’obiettivo di ridisegnare i servizi depotenziando lo stress, dare valore al tempo dell’attesa, avvicinare un pubblico ampio ed eterogeneo alle istituzioni culturali già caratterizzate da una “architettura intensa”, ovvero di riconosciuta qualità nella comunicazione di emozioni.

Medici in luoghi di cultura
A Torino, dal mese di maggio, parte la sperimentazione di Cultura di Base: cinque ambulatori di medicina generale dell’Azienda Sanitaria ASL Città di Torino, selezionati sulla base di una gara di evidenza pubblica, si trasferiscono in altrettanti contesti culturali, diversi per tipologia, epoca e zona urbana di influenza. Dal centro alla periferia. Dall’edificio storico a quello contemporaneo.

I nuovi ambulatori medici della fase pilota hanno preso casa ai Musei: Egizio, MAUTO- dell’Automobile, PAV Parco d’Arte Vivente, alla Biblioteca civica Primo Levi e al Polo del ‘900, che diventano quindi sale d’attesa e di visita dei medici di medicina generale, coinvolgendo i pazienti in un’esperienza del tutto nuova.

Prosegue Giustetto Potrebbe sembrare velleitario in questo momento storico complesso (…) ma proprio ora è fondamentale ripensare i servizi e rafforzare la relazione di cura tra medico e paziente, rivoluzionando l’ambiente nel quale si determina”.

In Italia, il medico di medicina generale, scelto dal cittadino, opera oggi in un ambulatorio, spesso collocato in un appartamento residenziale adattato e non pensato inizialmente per lo scopo. In questa realtà transita tutta la cittadinanza, di ogni età e cultura, con spettro di patologie e di risposte attivabili: si passa dalla prevenzione, sia primaria che secondaria, alle espressioni acute e croniche.

Architettura come esperienza cinestetica
Cultura di Base progetta studi medici con le competenze di user experience designer per mettere a punto, attraverso processi di progettazione partecipata, un format a partire da bisogni reali e aspettative all’interno di modelli di riferimento comportamentali, interpretativi ed emotivi già esistenti nel vissuto del paziente e del medico. L’architettura viene immaginata come esperienza cinestetica e multisensoriale, per personale sanitario e cittadini per diventare ingrediente del percorso stesso di cura volto a ridurre pregiudizi e contenere preoccupazioni.

Medici e pazienti saranno guidati e accompagnati da un mix di soluzioni e supporti di comunicazione, di interpretazione di flussi e spazi e di soluzioni espositive.

“Cultura di Base” ha attivato una rete di partner, tra cui l’Ordine dei Medici e Odontoiatri di Torino e il Circolo del Design per creare le potenzialità di ampliarsi, diventare permanente, sistematico e sistemico. Da una prima mappatura sono stati censiti oltre 50 luoghi di cultura con le caratteristiche necessarie (qualità architettonica, potenziale emozionale, accessibilità, disponibilità di spazi e personale, assenza di barriere architettoniche ecc.), tra i quali spazi di effettiva produzione e diffusione culturale, scuole e università, gallerie, luoghi della memoria, biblioteche, nuovi centri culturali.

Gli effetti sulla relazione medico-paziente
La sperimentazione durerà circa 6 mesi (da maggio a ottobre 2022) ed è accompagnata da una valutazione di impatto controfattuale, con campioni di controllo su popolazione. Il percorso prevede indagini qualitative su personale, pazienti e team con questionari, osservazioni partecipate con metodi etnografici, per restituire pubblicamente gli effetti sugli esiti dell'esperienza (nel suo insieme e rispetto alle singole iniziative messe in opera) sulla relazione medico-paziente, sull'alleanza di lavoro, sul benessere lavorativo e sulla realizzazione degli obiettivi di salute.

Ci occupiamo da lungo tempo di umanizzazione dei luoghi di cura, come gli ospedali, ma da questa esperienza in luoghi culturali ci attendiamo una netta riduzione dello stress dell’attesa in luoghi non confortevoli, un aumento del benessere psico-fisico di curanti e curati dal quale beneficino tutte le relazioni, anche del team stesso" – considera Eleonora Gerbotto – direttrice dalla Fondazione per l’Architettura.

Il percorso è sostenuto e rientra nel Well Impact, un disegno strategico pluriennale lanciato tre anni fa dalla Fondazione Compagnia di S. Paolo, una delle più grandi corazzate filantropiche europee, per promuovere la relazione virtuosa tra Cultura e Salute: quattro i progetti faro su altrettanti assi, tra cui l’umanizzazione della cura e dei suoi luoghi.


A cura di Catterina Seia e Sara Uboldi
Sara Uboldi Dottore di Ricerca in Scienze Umanistiche, Università di Modena e Reggio Emilia
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Catterina Seia

Co-Founder e Presidente CCW-Cultural Welfare Center; Co-Founder e Vice-Presidente della Fondazione Fitzcarraldo; Vice-Presidente della Fondazione Medicina a Misura di Donna

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