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IBSA Foundation-Giornata mondiale del fumetto
Stefano Santarelli27 apr 20236 min read

Una Giornata (mondiale) da disegnatore

Il fumetto è stato definito in molti modi: spettacolo disegnato, letteratura disegnata e perfino “i disegnetti”. Comunque lo si voglia chiamare è indubbio che, nel fumetto, il disegno abbia un ruolo fondamentale. Cosa si cela dietro l'arte del disegno e quali sono i ruoli del disegnatore?

 

La Giornata Mondiale del Disegno, 27 aprile 2023, rappresenta un'occasione unica per mettere in luce il valore della comunicazione attraverso il disegno, un mezzo di espressione che ha sempre dimostrato di essere efficace e versatile. Questo tema rientra pienamente nella missione di IBSA Foundation, impegnata dal 2012 nella promozione della divulgazione scientifica accessibile a tutti. Tra le molteplici attività in questa direzione, ha ideato "Let's Science!" il progetto per trasmettere ai ragazzi l'importanza del sapere scientifico, dimostrando ancora una volta il potere del disegno come mezzo di comunicazione universale.

Protagonisti di questa giornata i disegnatori, la loro creatività ed estro: un mondo da esplorare e scoprire, di cui tanti aspetti ancora sono sconosciuti ai più.

 

Scenografo e costumista: cosa disegna il disegnatore di fumetti?

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Character design ©Massimo Rotundo (Brendon Sergio Bonelli Editore) 

Ricevuta e letta la sceneggiatura, capito il senso della storia, le caratteristiche psicologiche e la funzione di ciascun personaggio, per prima cosa, il disegnatore deve dare volto e corpo ai personaggi, ovvero creare per ciascuno un character design efficace.

Una volta terminato questo procedimento, inizia a muovere il personaggio. Ossia inizia a verificare che il volto iconico creato sia espressivamente duttile. Deve ridere, piangere, arrabbiarsi, senza cambiare fisionomia, mantenendo invariati i tratti somatici che lo rendono riconoscibile. E pure dare forza ed emotività alle proprie espressioni. Proprio come un vero attore, il personaggio del fumetto deve poter recitare.

Ma il compito del disegnatore non finisce qui, relativamente ai personaggi. Il suo ruolo è anche quello di costumista. Il costume di un personaggio dovrà rispecchiarne la personalità. L’abbigliamento è legato al “gruppo di appartenenza” del personaggio. Giacca, cravatta etc, saranno propri di seri professionisti: avvocati, commercialisti o venditori immobiliari. Capi in pelle borchiati, piercing etc, saranno propri di giovani punk. E così via con tutte le sfumature del caso.

Come già si comincia ad intravedere, quello del disegnatore di fumetti, è un “mestiere” che ne comprende in sé molti altri.

Oltre ad esser costumista, è anche scenografo, in quanto crea le ambientazioni. Come nel cinema o in teatro, spetta al disegnatore realizzare graficamente gli ambienti dove si svolgeranno le azioni.

In questo senso valgono gli stessi ragionamenti e le stesse procedure esaminate in relazione al costume. Le location devono creare il clima della storia.

Dall’esperienza di Let’s Science! è evidente come i ragazzi spesso si lasciano trasportare dalle fantastiche avventure dei loro eroi e senza rendersi conto di quanto la scienza sia presente nella trama. Sfruttando proprio il potere del fumetto è possibile trasmettere ai giovani l'importanza del sapere scientifico, portandoli a scoprire come le leggi della fisica, la biologia e la chimica siano alla base delle gesta dei loro personaggi preferiti. Il disegno si rivela, ancora una volta, un mezzo di comunicazione universale, in grado di coinvolgere e appassionare i ragazzi alla scienza in modo divertente ed emozionante.

 

 

Il Lay-out: il disegnatore diventa regista

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Layout © Massimo Rotundo

Nel layout, infatti, il disegnatore sceglie le inquadrature di ogni singola vignetta badando che esse mantengano, nel loro insieme, l’equilibrio della tavola.

Inquadrature su cui ha ricevuto dettagliate indicazioni dallo sceneggiatore. Ma attenzione. Anche in questo caso il disegnatore non è mero esecutore.

L’inquadratura può variare per distanza e per inclinazione dell’ipotetica macchina da presa. E tali variazioni generalmente dipendono dal gusto e dalla sensibilità del disegnatore, nonché dallo stile e dal genere della storia.

Le inquadrature, infatti, oltre ad avere una funzione tecnica, hanno anche un loro preciso significato narrativo, psicologico ed emotivo. E non si possono usare indifferentemente seguendo semplicemente il proprio gusto estetico, ma devono essere sempre scelte sulla base del loro significato. Perciò anche il disegnatore deve sempre aver ben chiaro il senso della narrazione e non forzarla mai al fine di piegarla alle proprie esigenze estetiche ed artistiche. Il disegno deve sempre essere funzionale alla storia, mai viceversa!

Il disegno a matita: la sua libera espressione

È questa la fase, nel processo creativo di un fumetto, in cui il disegnatore inizia a godere di una totale libertà espressiva. Se, infatti, nella creazione e caratterizzazione dei personaggi e nel lay-out, ha dovuto condividere oneri e onori con lo sceneggiatore, nonché attenersi alle eventuali linee editoriali, quando passa alla matita il disegnatore diventa solo disegnatore. Qui si può giovare della propria abilità tecnica. Perché, un buon professionista, deve conoscere a perfezione le regole dell’anatomia, della prospettiva e del disegno dal vero. Nessuno, infatti, quanto un disegnatore di fumetti, deve possedere un così vasto bagaglio professionale. Costretto com’è a realizzare qualsiasi cosa sia venuta in mente allo sceneggiatore. Disegnare Tex che si getta da una finestra del primo piano, atterra sul cavallo e parte al galoppo, ad esempio, richiede di saper realizzare un corpo in movimento, la relativa prospettiva, l’anatomia del cavallo, tanto da fermo che in corsa. Insomma, nessun ostacolo si può frapporre tra ciò che gli viene chiesto e ciò che il disegnatore deve mettere sulla carta.

La maggiore difficoltà che incontra il disegnatore è di dover riprodurre la realtà con dei segni grafici. Può farlo in vari modi. C’è chi usa uno stile quasi fotografico, iperrealista. Chi un segno complesso fatto di tratteggi e molti segni. Chi stilizza il più possibile portando anche all’estremo il linguaggio iconico caratteristico del fumetto. In ogni caso ogni disegno deve rispondere ai criteri di credibilità e verosimiglianza. Non importa che una pistola sembri vera. Ma devo poter credere che spari e deve essere verosimile che il suo proiettile uccida. Per questo il disegnatore di fumetti parte sempre dal vero.

L'inchiostrazione

Tecnicamente questa fase consiste nel ripassare il disegno a matita con l’inchiostro. In gergo viene denominata “china”, perché, appunto, l’inchiostro utilizzato è quello di china. Ma alcuni professionisti utilizzano anche altri strumenti: dal pennarello alla penna biro. Dal pennino al pennello fino a software specifici. Non esiste una regola. La scelta dipende esclusivamente dalla sensibilità e dal gusto dell’autore.

Sempre da un punto di vista tecnico, l’inchiostrazione ha la funzione di rendere più evidente il disegno e di metterne in risalto i particolari attraverso l’uso delle ombre e dei cosiddetti neri. Ovvero il contrastare, all’interno di un disegno, il bianco, in maniera tale che le parti rilevanti spicchino maggiormente.

Ma quello del ripasso a china, non è solo un passaggio tecnico. è con la china che si fornisce uno stile al disegno. Perché, alla fine, il disegnatore di fumetti è un artista che usa le metodologie di un artigiano e perciò, come tutti gli artisti, è sempre unico e riconoscibile grazie al proprio stile grafico.

Il mondo del fumetto rappresenta un universo ricco di segreti e di potenzialità comunicative immense. Grazie alla capacità immediata di trasmettere informazioni in modo semplice ed accessibile, i disegnatori hanno un compito importante nel veicolare la conoscenza. Celebriamo quindi i disegnatori in occasione della giornata mondiale del disegno, consapevoli dell'importanza del loro contributo nel promuovere la cultura e la divulgazione scientifica.

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Stefano Santarelli

Fondatore della Scuola Romana dei Fumetti, esordisce come sceneggiatore sull’"Intrepido". Collabora alle riviste "Torpedo", "Lupo Alberto", "Splatter", "Mostri" (ACME) e scrive "Martin Mystère" e "Dylan Dog" (Sergio Bonelli Editore). Con Massimo Vincenti ha scritto le sceneggiature de "I Grandi Miti Greci a Fumetti di Luciano De Crescenzo" (Mondadori/De Agostini). Come autore teatrale scrive "Coatto Unico", monologo con musiche interpretato da Giorgio Tirabassi e "Infernetto" in collaborazione con Daniele Costantini, Giorgio Tirabassi e Mattia Torre per l’interpretazione dello stesso Tirabassi. Ha realizzato le sceneggiature di alcuni episodi della serie animata "Sandokan", (RAI), e la sceneggiatura del film d’animazione "Scarpette Rosse" (RAI-Cinema). Vincitore del premio Kineo-Diamanti al festival del cinema di Venezia 2012 per la serie animata RAI, "Ulisse – il mio nome è nessuno" di cui è creatore e autore delle sceneggiature. È autore del saggio "Raccontare a Fumetti" (Dino Audino Editore). Dal 2018 tiene un laboratorio di scrittura del Fumetto e della Graphic Novel al corso di Sceneggiatura del Centro Sperimentale di Cinematografia. Nel 2020 scrive le graphic novel "Prima Che Sia Tardi" e "La vista segreta dei colori" (Ente Editoriale Arma dei Carabinieri). Attualmente collabora con Carocci Editore al progetto Let’s Science! di IBSA Foundation.

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