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Paolo Rossi Castelli07 mag 20181 min read

Anche il cervello dei coccodrilli reagisce alla musica | Fondazione IBSA

I coccodrilli (del Nilo in questo caso) reagiscono alla musica come i mammiferi e gli uccelli, attivando aree cerebrali omologhe, in maniera molto simile. E questo aiuta a far luce sui percorsi dell’Evoluzione, visto che questi rettili sono tra le più antiche specie di vertebrati viventi (esistono da almeno 200 milioni di anni) e hanno una termoregolazione completamente diversa da quella dei mammiferi e degli uccelli (sono a sangue freddo).

Lo studio che ha mostrato la reazione dei coccodrilli del Nilo a diversi tipi di musica, tra i quali alcuni brani di Johann Sebastian Bach, è stato condotto da un team internazionale di ricercatori provenienti da Iran, Sud Africa, Francia e Germania, che hanno incontrato non pochi ostacoli tecnici per adattare i normali strumenti per la risonanza magnetica funzionale all’anatomia dei coccodrilli e, in seguito, per registrare i tracciati durante l’ascolto. Alla fine, comunque, sono riusciti a mettere a punto le condizioni ottimali, e il risultato è stato chiaro: le zone attivate dalla stimolazione musicale sono simili a quelle dei mammiferi e degli uccelli, e ciò dimostra quanto questo tipo di reazione sia antico e conservato durante l’Evoluzione. Certo, è però difficile capire quale possa essere stata la funzione della sensibilità alla musica, in animali così “primordiali”.

Come hanno scritto i ricercatori sulla rivista “Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences”, questo tipo di studi potrà essere esteso, comunque, anche ad altre specie animali, per ricostruire meglio il percorso evolutivo della sensibilità alla musica, e il suo significato.

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Paolo Rossi Castelli

Giornalista dal 1983, Paolo si occupa da anni di divulgazione scientifica, soprattutto nel campo della medicina e della biologia. È l'ideatore dello Sportello Cancro, il sito creato da corriere.it sull'oncologia in collaborazione con la Fondazione Umberto Veronesi. Ha collaborato per diversi anni con le pagine della Scienza del Corriere della Sera. È fondatore e direttore di PRC-Comunicare la scienza.

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