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Arte del fumetto idea
Stefano Santarelli13 giu 20224 min read

L’arte del fumetto parte I: l’idea

Tutti conoscono i fumetti e ne hanno letto almeno uno nella vita, ma come nasce un fumetto? Quali sono le principali fasi della realizzazione dei comics? Scopriamolo!

Quello della creazione di un fumetto è un processo piuttosto complesso, anche se impegna molte meno persone rispetto al film o al cartone animato. Solitamente a una storia lavora uno sceneggiatore, un disegnatore, talvolta un colorista e un letterista, ossia colui che scrive materialmente le parole nei balloons.

Ma quali sono i momenti essenziali del percorso creativo? Come per tutte le opere, d’arte o d’artigianato che sia, all’inizio ci vuole sicuramente un’idea. Questa, poi, viene sviluppata in un soggetto, che diventa sceneggiatura. Conclusa la parte letteraria, si passa al lavoro grafico che consiste nel disegno a matita, seguito dal ripasso a inchiostro e quindi, in taluni casi, alla colorazione e al lettering. Infine, c’è naturalmente la stampa e la distribuzione.

L’idea: da Platone a Dylan Dog
Il filosofo greco Platone dalle larghe spalle, sosteneva che le idee, intese come concetti, si trovano nel mondo iperuranio (detto anche il mondo delle idee) e che la caduta di queste nel nostro mondo provoca la nascita di tutto ciò che viviamo e conosciamo.

Un anziano professore napoletano, per spiegare meglio la metafisica platonica ai propri studenti diceva a proposito delle idee “facitevi conto come tanti cacicavalli appisi”. E questo appunto sono le idee: caciocavalli (un formaggio particolarmente saporito confezionato nel centrosud) appeso solitamente a dei ganci di ferro attaccati alle travi in legno che sostengono i solai negli antichi casolari di campagna.
Non so quanto consapevolmente, ma quel vecchio professore napoletano era andato ben oltre Platone perché, in sostanza, diceva ai propri studenti che le idee sono in mezzo a noi, forse proprio dentro la casa dove abitiamo, basta sollevare lo sguardo per vederle. Come i caciocavalli, appunto.

E questo deve fare pure chi vuole scrivere delle storie. Alzare la testa. Osservare il mondo che lo circonda, ascoltare persone per trasformarle in personaggi, prendere la metropolitana o l’autobus perché è lì che sono i suoi racconti, lì c’è la sua ispirazione, lì il mondo che ha bisogno di essere descritto.

È così che nascono personaggi come Dylan Dog. Personaggi che presto cessano di essere solo un fumetto per trasformarsi in mito, in fenomeno di costume. Personaggi che, proprio come l’idea platonica, sintetizzano un universo, una coscienza collettiva, una tipologia umana e sociale in cui la gran parte dei lettori possono riconoscersi. Diceva sempre Platone che in un bicchiere noi possiamo vedere la sua idea ossia la “bicchierinità” o in un cavallo la “cavallinità”, ossia il concetto stesso di bicchiere e di cavallo. Ciò vale anche per i personaggi e per le storie. Ed è chiaro, tornando a Dylan Dog, che il personaggio edito dalla Sergio Bonelli Editore questo fa: esprime le angosce esistenziali di tutti gli adolescenti, i loro dubbi le loro incertezze, ma anche il loro forte senso morale e della giustizia.

È dunque evidente che per gli adolescenti sia estremamente facile riconoscersi ed appassionarsi alle vicende dell’”Indagatore dell’incubo”. Un luogo comune dice che le idee stanno nell’aria. E forse, una volta tanto, il luogo comune ha ragione. A patto che per aria si intenda ogni posto dove c’è umanità, vita, emozione. E ogni epoca ha i suoi personaggi e le sue idee: da Ulisse a Superman, da Lancillotto a Dylan Dog.

Cos’è un soggetto?
Per spiegarlo potremmo usare come metafora l’edilizia che, peraltro, è assai più redditizia del fumetto. E dunque possiamo paragonare il soggetto di una storia alle fondamenta di una casa, di un palazzo o addirittura di un grattacielo.

Chi scrive è inizialmente un ingegnere. Solo poi, interverrà l’architetto, cui verrà affidata l’estetica della costruzione. E chi scrive deve essere ingegnere e architetto, perché una storia deve non solo “reggere” ma anche essere bella.

La prima regola, ma potrebbe essere anche l’unica, è che una storia deve avere un inizio, uno svolgimento e una fine. Il che, detto così, può sembrare la più grande delle banalità. Ma quante volte ci siamo imbattuti in trame che nulla ci dicevano sul loro inizio bensì partivano sparate come se avessimo dovuto conoscere fatti e personaggi che precedevano la vicenda chissà per quale magica e imperscrutabile ragione. Il lettore non è un indovino e non vuole esserlo! Trattiamolo come il nostro più caro amico.

Ultima ma non ultima regola per costruire un buon soggetto, è che la storia abbia uno svolgimento logico e credibile. Un fumetto non deve rappresentarci la verità, ma essere verosimile. Tornando a Platone, fondatore della logica occidentale, pur viaggiando sulle ali della fantasia, un fumetto si deve fondare sul principio di non contraddizione.
E tanto più si sarà costruito un soggetto non solo bello, ma anche solido, tanto più sarà coinvolgente la sceneggiatura.

Ma di questo ne parleremo nel prossimo articolo…


 

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Stefano Santarelli

Fondatore della Scuola Romana dei Fumetti, esordisce come sceneggiatore sull’"Intrepido". Collabora alle riviste "Torpedo", "Lupo Alberto", "Splatter", "Mostri" (ACME) e scrive "Martin Mystère" e "Dylan Dog" (Sergio Bonelli Editore). Con Massimo Vincenti ha scritto le sceneggiature de "I Grandi Miti Greci a Fumetti di Luciano De Crescenzo" (Mondadori/De Agostini). Come autore teatrale scrive "Coatto Unico", monologo con musiche interpretato da Giorgio Tirabassi e "Infernetto" in collaborazione con Daniele Costantini, Giorgio Tirabassi e Mattia Torre per l’interpretazione dello stesso Tirabassi. Ha realizzato le sceneggiature di alcuni episodi della serie animata "Sandokan", (RAI), e la sceneggiatura del film d’animazione "Scarpette Rosse" (RAI-Cinema). Vincitore del premio Kineo-Diamanti al festival del cinema di Venezia 2012 per la serie animata RAI, "Ulisse – il mio nome è nessuno" di cui è creatore e autore delle sceneggiature. È autore del saggio "Raccontare a Fumetti" (Dino Audino Editore). Dal 2018 tiene un laboratorio di scrittura del Fumetto e della Graphic Novel al corso di Sceneggiatura del Centro Sperimentale di Cinematografia. Nel 2020 scrive le graphic novel "Prima Che Sia Tardi" e "La vista segreta dei colori" (Ente Editoriale Arma dei Carabinieri). Attualmente collabora con Carocci Editore al progetto Let’s Science! di IBSA Foundation.

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