L’esperienza artistica può diventare una vera e propria risorsa per la salute e il benessere. Sempre più evidenze scientifiche dimostrano come le arti – dalla musica alla danza, dal teatro alla pittura – attivino meccanismi in grado di migliorare la qualità della vita e rafforzare la coesione sociale. Un ambito di studio che unisce scienza e cultura, aprendo nuove prospettive per la salute pubblica.
L’esperienza artistica e creativa accompagna da sempre la vita sociale, rappresentando un fattore evolutivo. La letteratura scientifica oggi riconosce nelle arti la presenza di diversi “principi attivi” con effetti salutogenici.
Integrare arte e cultura nei percorsi di cura
Una ricerca, pubblicata nel 2022 da Katey Warran, Alexandra Burton e Daisy Fancourt del Department of Behavioural Science and Health dell’University College London, propone un’ampia mappatura dei meccanismi d’azione attraverso cui gli interventi artistici e culturali possono incidere positivamente sulla salute.
Comprendere tali meccanismi favorisce la loro integrazione sistematica nei percorsi di cura e prevenzione, avvicinando sempre più il settore artistico e culturale a quello sanitario, affinché Arte e cultura possano configurarsi come determinanti di salute e di ben-essere, al pari dell’attività fisica, dell’alimentazione.
Strumenti per misurare l’impatto della partecipazione culturale:
Nonostante i molteplici benefici riconosciuti mancano strumenti condivisi per misurarne in modo sistematico gli impatti. Si tratta di una lacuna che suscita un interesse crescente di studi, come dimostra il recentissimo Arts and Health Evaluation Toolkit (AHET): una guida pratica pensata per valutare gli esiti sanitari più comuni e rilevanti dei programmi artistici e culturali.
Questo toolkit, lanciato nel luglio 2025, è stato sviluppato dal Centre for Music and Health con la collaborazione delle dott.sse Jean Liu (Centre for Evidence and Implementation) e Nisha Sajnani (Jameel Arts & Health Lab, New York University), grazie al supporto del National Arts Council (NAC) e del Tote Board di Singapore.
AHET offre strumenti concreti per chiarire gli obiettivi della valutazione, scegliere disegni di studio realistici e selezionare misurazioni quantitative validate, capaci di rilevare gli esiti per la salute mentale, il ben-essere, le connessioni sociali e la salute fisica.
Pur riconoscendo il valore dei metodi qualitativi, la guida privilegia gli approcci quantitativi, più vicini agli standard della medicina, così da rafforzare la base di prove scientifiche sugli impatti delle arti, con l’obiettivo di favorire la crescita del settore dotandolo di maggiore credibilità e capacità di incidere sulle politiche e sui finanziamenti.
Disuguaglianze nella partecipazione culturale
Ma se la cultura fa bene alla salute occorre aumentare i livelli di partecipazione che sono fortemente disomogenei a livello globale. Dal 2015 Eurostat monitora i livelli di partecipazione artistica e culturale in oltre 30 paesi europei, considerando attività come andare al cinema, assistere a spettacoli dal vivo, visitare siti culturali, suonare uno strumento musicale, cantare, ballare o dipingere.
Secondo gli ultimi dati, relativi al 2022, i Paesi dell’Europa occidentale e nordica registrano i tassi più alti: in Lussemburgo il 77,7% della popolazione adulta ha dichiarato di aver partecipato ad almeno un’attività culturale nell’ultimo anno, in Danimarca il 77,3%, seguiti da Paesi Bassi, Finlandia, Svezia, Irlanda ed Estonia. All’estremo opposto, in Romania e Bulgaria meno di un quarto della popolazione ha preso parte ad almeno un’attività nell’arco dei dodici mesi precedenti. L’Italia è al terzultimo posto.
Queste statistiche, pur circoscritte al contesto europeo, mettono in luce disparità significative nella partecipazione artistica e culturale, anche tra nazioni che condividono valori culturali, sociali, economici e politici.
Perchè vi è disparità nella partecipazione culturale?
Per spiegare le ragioni che stanno alla base di livelli di partecipazione artistica e culturale più o meno elevati, è utile analizzare anche i profili delle persone coinvolte.
Diversi studi in campo sociologico, economico ed epidemiologico hanno messo in luce l’esistenza di un gradiente sociale nella fruizione e nella pratica artistica: chi possiede un titolo di studio più alto e proviene da contesti socio-economici privilegiati tende infatti a partecipare più frequentemente ad attività culturali. Questo andamento richiama da vicino quello riscontrato in ambito sanitario, dove le persone avvantaggiate godono in genere di migliori condizioni di salute.
In questa prospettiva, le differenze nell’accesso e nella partecipazione alle arti assumono rilievo critico, perché rischiano di ampliare ulteriormente le disuguaglianze sociali e sanitarie.
Per questo motivo, identificare i determinanti sociali dell’impegno artistico è fondamentale per progettare interventi e politiche culturali internazionali in grado di garantire un accesso equo all’arte e alla cultura e, di conseguenza, alla salute e al ben-essere.
Disuguaglianze globali nell’accesso all'arte
Un articolo scientifico pubblicato nell’agosto 2025 su «BMC Global and Public Health», frutto del lavoro di un team internazionale di ricercatori tra cui Nils Fietje (World Health Organization Regional Office for Europe) e Daisy Fancourt (Department of Behavioural Science & Health, University College London), offre nuove evidenze sui fattori che favoriscono o ostacolano la partecipazione artistica e culturale a livello globale.
Lo studio internazionale si è basato sull’analisi dei dati del World Values Survey, un’indagine internazionale che esplora variazioni nei valori, negli atteggiamenti, nei comportamenti e nel ben-essere soggettivo della popolazione in quasi 100 paesi. In particolare, la ricerca ha utilizzato i dati della settima ondata (2017–2023), che ha prodotto un campione analitico finale di 73.825 partecipanti provenienti da 51 paesi.
Per ottenere una misurazione più efficace, i ricercatori hanno posto l’attenzione in particolare sulla partecipazione a proposte di organizzazioni artistiche di tipo musicale, creativo ed educativo, spesso radicate nelle comunità locali.
Tali contesti, oltre a offrire esperienze culturali e sociali, generano benefici per la salute grazie anche alle opportunità di interazione e relazione.
I risultati confermano la partecipazione artistica e culturale diseguale a livello globale. In media, i tassi più elevati di adesione a un’organizzazione artistica si riscontrano in Kenya (53,7%), Uzbekistan (47,7%), Colombia (44,2%), India e Guatemala (entrambi 42,3%), seguiti da Thailandia (41,6%), Mongolia (39,6%), Nigeria e Libia (entrambi 38,8%). All’estremo opposto, i livelli più bassi si registrano in Vietnam (5,2%), Giordania (4,8%), Repubblica Ceca (4,6%) ed Egitto (3,2%).
L’importanza dello status socioeconomico
Per quanto riguarda lo status socioeconomico, le persone senza istruzione o con un livello di istruzione primaria hanno il 51% di probabilità in meno di essere membri di organizzazioni artistiche, mentre chi ha conseguito un’istruzione secondaria o post-secondaria mostra rispettivamente una probabilità ridotta del 44% e del 31%.
Questa associazione risulta particolarmente significativa in Europa e in Asia centrale, dove l’istruzione può favorire la partecipazione in diversi modi: offrendo accesso al capitale culturale e ad altre risorse, ampliando la consapevolezza delle opportunità attraverso le reti sociali e potenziando le capacità cognitive necessarie a creare, interpretare e apprezzare le arti.
Le disparità legate al reddito
Disparità simili emergono anche rispetto al reddito: le persone con disponibilità economiche più basse risultano meno inclini a entrare a far parte di un’organizzazione artistica, probabilmente a causa di risorse limitate, come l’impossibilità di sostenere le quote associative. Al contrario, chi si colloca in fasce di reddito più alte può percepire di avere uno status sociale superiore e considerare l’impegno artistico come un’aspettativa coerente con la propria posizione, sebbene ciò sia influenzato anche dal contesto culturale e dai valori di riferimento.
In quest’ottica, la partecipazione dovrebbe essere incentivata soprattutto nei paesi caratterizzati da maggiori disuguaglianze di reddito, dove le organizzazioni artistiche possono costituire strumenti di coesione sociale e di promozione di uno sviluppo nazionale più equo.
La diversità etnica e culturale come fattore abilitante
La ricerca dimostra come le persone abbiano maggiori probabilità di essere membri di un’organizzazione artistica se vivono in paesi con un tasso di migrazione netta positivo, cioè con più ingressi che uscite di popolazione. In contesti caratterizzati da una maggiore diversità etnica e culturale, infatti, è più probabile che esista un’offerta più ampia e variegata di organizzazioni artistiche. Allo stesso tempo, l’adesione a queste realtà può anche rappresentare per molti un modo per costruire la propria identità sociale e rafforzare il senso di appartenenza a una comunità.
Prospettive e opportunità della partecipazione culturale e artistica
Le disuguaglianze globali nell’accesso e nella partecipazione alle attività artistiche e culturali emerse dalla ricerca pongono questioni cruciali:
- L’esperienza artistica rappresenta un comportamento salutogenico paragonabile ad altri determinanti come l’attività fisica e si configura come un predittore significativo della salute.
- I livelli più bassi di coinvolgimento nelle arti e nella cultura si associano a una maggiore vulnerabilità rispetto alla salute fisica e mentale e al ben-essere complessivo.
- Garantire pari opportunità di accesso e partecipazione artistica può contribuire a ridurre le disuguaglianze sanitarie, colmando il divario sociale e culturale.
I risultati di questo studio offrono spunti utili per orientare le istituzioni, a livello locale, nazionale e internazionale nella definizione di politiche e interventi di sanità pubblica che promuovano l’accesso alle arti come strategia per migliorare la salute della popolazione.
A cura di Catterina Seia (Presidente CCW – Cultural Welfare Centre) e Elena Rosica ( Cultural Welfare Center (CCW), Research Area)
Per approfondire:
Catterina Seia e Elena Rosica, Arte e salute: un legame dimostrato, 25 aprile 2025;
Catterina Seia e Marta Reichlin, Flourishing: fiorire attraverso le arti, 30 aprile 2024;
Catterina Seia, Annalisa Cicerchia e Martina Caroleo, Quando la migrazione lascia ferite nella psiche, 31 luglio 2023;
Catterina Seia, Un crescente sviluppo di attenzione su Cultura e Salute, 30 maggio 2023;
Catterina Seia, Il rapporto che svela i benefici della cultura sulla salute, 07 aprile 2023;
Catterina Seia e Marta Reichlin, CultureForHealth: 8 sfide sociali che possono essere vinte grazie ad arte e cultura, 27 dicembre 2022;
Catterina Seia e Silvia Misiti, Verso un Welfare Culturale, 24 giugno 2020;
Catterina Seia, OMS Health Evidence Networ: Report 2019, 01 giugno 2020.


