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Musei e benessere
Catterina Seia22 feb 20225 min read

Il benessere diventa orizzonte di senso per i musei

Maratona di confronto. Dal 31 gennaio al 2 febbraio 2022, ha preso corpo il primo summit internazionale The Museums, Health & Wellbeing organizzato da MuseumNext, società UK nata nel 2009 per innescare e accompagnare le trasformazioni delle istituzioni culturali di pari passo a quelle sociali.

Un’immersione sul ruolo dei musei nel generare benessere, tema ancora più saliente nel contesto di emergenza pandemica, con speaker, selezionati attraverso una call to action che provengono da tutto il mondo. 24 le istituzioni coinvolte tra musei e archivi, 2 centri di ricerca medica e università, 2 accademie e scuole d’arte e 1 festival hanno condiviso casi di studio avanzati e buone pratiche che dimostrano come le istituzioni culturali possano esercitare un forte potenziale coesivo e terapeutico nella società, offrendo ambienti inclusivi, stimoli culturali e creativi per generare benefici psico-fisici ed emotivi.

L’Europa è stata rappresentata da Inghilterra, Paesi Bassi e Svizzera. Altre esperienze significative provengono da Stati Uniti e Canada, dall’Asia, dall’Australia e Oceania.
Il benessere mentale della popolazione, soprattutto la più vulnerabile, è uno dei focus prevalenti di impegno che vede in campo collaborazioni che diventano sempre più strutturate tra mondo della sanità e istituzioni culturali. Grande attenzione è stata dedicata ai professionisti della cura a rischio di burn out, ai disagi di bambini e adolescenti, alle persone con disabilità o patologie degenerative, alla coesione della comunità.

Alcuni casi di ispirazione.
Ann Blokland, Sarah Broekhoven, Museum Van Gogh di Amsterdam presentano Wellbeing with Vincent: partendo dalla vita e dalle opere di Van Gogh, il progetto propone un Mental Health Program con azioni mirate a differenti pubblici, dai giovani alle figure professionali sanitarie, ai pazienti psichiatrici.

Ridurre lo stress e i sintomi di burn out dei medici e studenti tirocinanti è l’obiettivo di Art and Health, portato da Sander Damms – Groninger Museum, Dr Edwina Doting-Universitair Medisch Centrum Groningen (UMG) di Bruges, un percorso condiviso dal museo con il centro universitario di ricerca medica.

Il Metropolitan Museum of Art di New York, rappresentato da Heidi Holder, segnala Your Met Art Box, progetto realizzato in collaborazione con il programma nazionale Citymeals on Wheels, basato su conversazioni attraverso l’arte per combattere l’isolamento delle persone e rafforzare le loro competenze sociali ed emotive.

Emma Lee, ArtScience Museum di Singapore, Charleen Leo, Science Gallery di Melbourne, illustrano la programmazione Art of Being Calm (ABC), A Years of Mental Health, un impegno congiunto delle due istituzioni verso un programma sostegno al wellbeing mentale, finalizzato a promuovere resilienza di comunità.

Rachel Mackay condivide Supporting Mental Wellbeing at Kew Palace. Partendo dalla mostra The Mind Behind the Myth, il museo londinese ha inaugurato una collaborazione con la comunità per contrastare lo stigma sociale della malattia mentale attraverso narrazioni, oggetti e storie condivise dai cittadini.

Louise Thompson, Manchester Art Gallery porta il programma Using trauma sensitive mindfulness in museums, che con pratiche MuseumMindfulness è diretto ad anziani, bambini, adulti, adulti con malattia mentale e volontari delle forze armate.

GIF FEST about Anxiety, introdotto da Tanya Wilson, EYEYAH!, Singapore, è un festival multimediale che affronta il tema “Ansia e la salute mentale” attraverso applicazioni, installazioni, animazioni digitali, workshop e gruppi di conversazioni, per promuovere la resilienza e il benessere mentale negli adolescenti.

Siobhan McConnachie della National Galleries of Scotland presenta il programma Art Helps in collaborazione con Edinburg Children's Hospital Charity: kit di materiali e interventi di play therapy per bambini, adolescenti con disturbi mentali, famiglie, staff medico.

Sono i bambini al centro del Programma per le scuole, Children, Grief and Loss, presentato da Lisa Shames ed Emma Crew del Jewish Museum di Londra che lavora con percorsi di storytelling emozionale basati sul potere evocativo degli oggetti conservati nel museo.

I Glasgow Museums’ Ageing Well Programmes sono rivolti agli anziani con demenza strutturati in Dementia Cafes, visite e gruppi di conversazione, mostre nei centri per anziani e percorsi digitali attraverso tecnologie di semplice uso e diffusione.

Diana Morton che rappresenta il museo evidenzia il suo ruolo durante il contingentamento sociale con Discos, walks and wellbeing: Supporting older adults to live well in lockdown.

La sfida delle patologie neurodegenerative è colta dal National Museum Liverpool. Carol Rogers parla di Connections Through Collections: How museums can impact the lives of those living with dementia. Con House of Memories il museo propone innovativi training rivolti ad anziani con demenza, famiglie, caregiver e comunità, attraverso risorse intuitive, interattive e accessibili.
Anche Te Manawa Museum of Art, Science and Heritage, Palmerston North, in Nuova Zelanda, si presenta con un ruolo di facilitatore per promuovere il benessere della comunità locale e le pratiche di accessibilità, in particolare dirette agli anziani con demenza, grazie al programma Dementia-Friendly. Jaime Cour parla di Hauora (Wellbeing) and the Visitor Experience.

Nuovi musei sono progettati in accessibilità universale, con design che favoriscono l'apprendimento delle persone con disabilità e di quanto sia rilevante questa impostazione per ogni pubblico. Marleen Hartjes del Van Abbemuseum con Barbara Strating, Maastricht University illustrano questo innovativo luogo multisensoriale: Museum as a wellness resort for the senses: learning from disabilities.

Un nuovo orientamento che presuppone nuove competenze. Diversi musei creano staff dedicati, rafforzano sensibilità e competenze, pensano al benessere del proprio staff.
Danielle Hodes, Amy Nitza, Adam Reed Rozan, Karla Vermeulen SUNY New Paltz presentano il caso dello
Smithsonian’s National Museum of American History. Con Supporting Museum Staff in a Trauma-Infused World, il museo propone interventi a favore della salute mentale dello staff museale, con sessioni e facilitatori per supportare le esperienze traumatiche.

Il Mindful Museum Programme North Carolina Museum of Art, introdotto da Bryanne Senor, va in questa direzione. Creating Opportunities for Mindfulness Anywhere è rivolto in particolare allo staff, per orientare il museo a sostenere il benessere dei cittadini, diminuire l’ansia e aumentare la resilienza.
Con Handling Hard History, Camille Hunt, il North Carolina Museum of History introduce pratiche per sostenere il benessere mentale degli operatori museali che lavorano su collezioni di “hard History”.

Trasformazione culturale in atto
Questa panoramica internazionale conferma la trasformazione in atto nel mondo della cultura, le risposte alla crisi accesa dalla pandemia e la volontà di avere un ruolo centrale nella promozione della salute e del benessere dei cittadini e dell’intera società, come presupposto di uno sviluppo sostenibile. Percorsi che cambiano le stesse istituzioni, diventando leve strategiche. È evidente una forte accelerazione, un’innovazione nell’introduzione di strumenti, nell’acquisizione di competenze che favoriscano il dialogo intersettoriale per progettualità integrate tra cultura e sistema sanitario, come la riconversione dei servizi ripensati nel loro impatto sociale come strumenti di ingaggio dei pubblici e delle comunità, di formazione attraverso lo sviluppo di contenuti accessibili.


A cura di Catterina Seia e Sara Uboldi
Sara Uboldi Dottore di Ricerca in Scienze Umanistiche, Università di Modena e Reggio Emilia

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Catterina Seia

Co-Founder e Presidente CCW-Cultural Welfare Center; Co-Founder e Vice-Presidente della Fondazione Fitzcarraldo; Vice-Presidente della Fondazione Medicina a Misura di Donna

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