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Paolo Rossi Castelli11 mag 20181 min read

Gli animaletti iper-veloci? Un modello per i robot

I robot, anche quelli più sofisticati, non riescono mai a essere ultrarapidi, e non si avvicinano neppure minimamente allo “scatto” degli esseri viventi più veloci. I quali – è noto – sono anche i più piccoli. Tra questi ci sono, per esempio, alcune specie di gamberetti, che con i loro organi buccali (l’equivalente della bocca negli organismi più avanzati) sferrano colpi alla velocità di circa 110 chilometri all’ora, o certe specie di formiche, le cui mandibole possono muoversi a 210 chilometri all’ora, in meno di un millisecondo, per catturare la preda. Ma anche le idre (minuscoli organismi marini) sanno essere ultraveloci, quando “sparano” le loro microscopiche capsule di veleno: l’accelerazione è di 100 volte superiore a quella di un proiettile. Ora, però, uno studio matematico pubblicato sulla rivista Science comincia a fare luce sui segreti dell’eccezionale velocità di questi animaletti e, in tal modo, fornisce informazioni preziose anche per la realizzazione di robot che possano diventare più rapidi nelle loro azioni.

A condurre lo studio è stata un’équipe della Duke University di Durham (Stati Uniti). I ricercatori hanno scoperto, per esempio, che a creare la super rapidità non sono tanto i muscoli, ma tessuti che agiscono come molle, pronte a scoccare come un arco nelle mani di un arciere: in particolare, tendini flessibili, cuticole performanti e strutture elastiche, che nel loro insieme funzionano come vere e proprie fionde biologiche. Impietosi i confronti con le capacità umane: se una persona avesse le caratteristiche di alcuni tipi di insetti, per esempio, potrebbe saltare un’estensione pari a quella di due campi di calcio con un solo balzo. 

Ci sono moltissimi dettagli cruciali ancora da chiarire, perché gli attuali modelli matematici non sono adeguati per descrivere i movimenti elastici, singolarmente e nel loro insieme. Ma i dati relativi a 104 specie di piante e animali superveloci, raccolti finora, possono aiutare a elaborare un modello anche per robot miniaturizzati più rapidi.

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Paolo Rossi Castelli

Giornalista dal 1983, Paolo si occupa da anni di divulgazione scientifica, soprattutto nel campo della medicina e della biologia. È l'ideatore dello Sportello Cancro, il sito creato da corriere.it sull'oncologia in collaborazione con la Fondazione Umberto Veronesi. Ha collaborato per diversi anni con le pagine della Scienza del Corriere della Sera. È fondatore e direttore di PRC-Comunicare la scienza.

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