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IBSA Foundation_Cultura e Salute_Paolo Paolantonio
Catterina Seia14 feb 20235 min read

La musica entra nelle RSA e i musicisti stanno meglio.

Dopo un anno dalla call pubblica for case studies, lanciata nell’ambito del progetto Cultura e Salute, qual è lo sviluppo dei tre percorsi di ricerca premiati?

LAC-Lugano. Nel novembre 2021, nell’ambito del progetto strategico “Cultura e Salute” di IBSA Foundation per la ricerca scientifica, in partnership con la Divisione Cultura della Città di Lugano, si teneva la prima edizione del Forum “Cultura e Salute - Alleanza per un futuro sostenibile”. Due giornate di incontri sull’umanizzazione della cura e dei suoi luoghi, a fronte di un corpus di evidenze scientifiche crescenti, presentate in quella sede da OMS.

Dalla call pubblica for case studies lanciata nell’ambito del progetto Cultura e Salute, che invitava esperti ed operatori a presentare esperienze innovative sulla cultura come risorsa su sfide sociali di salute, sono stati premiati tre soggetti territoriali.

Dopo un anno, qual è lo sviluppo dei loro percorsi? Incontriamo Paolo Paolantonio autore della ricerca “Art for ages. Musica nella comunità”. Musicista e ricercatore della Divisione Ricerca e Sviluppo del Conservatorio della Svizzera italiana, ha recentemente concluso lo studio di dottorato presso il Royal College of Music di Londra con un lavoro ha considerato due popolazioni, quella anziana e quella degli studenti universitari di musica, ispirandosi alla letteratura scientifica che le riguarda.

Negli ultimi decenni un crescente numero di pubblicazioni ha presentato gli effetti di un’ampia gamma di attività musicali sulla popolazione anziana. Al di là di specifici interventi di musicoterapia, la cui efficacia sta diventando sempre più evidente, sappiamo che il coinvolgimento con la musica può avere un impatto positivo sulla salute e sul benessere fisico, psicologico e sociale. Il canto, sulla pratica di strumenti musicali o la partecipazione a concerti dimostrano l’effetto sulla riduzione della depressione, l’isolamento, l’utilizzo di farmaci e il ricorso a visite mediche, oltre all’incremento delle capacità cognitive e motorie, autostima, relazioni interpersonali e partecipazione sociale”.

Se gli anziani vengono visti come recipients, ovvero destinatari di programmi finalizzati a facilitare la partecipazione culturale, un numero crescente di studi evidenzia importanti benefici anche per i providers, ossia le figure impegnate nella conduzione di tali programmi. Queste pubblicazioni riportano anche da parte dei musicisti coinvolti i programmi di comunità gli effetti indagati sugli anziani e sui loro care givers: anche per i musicisti sono tangibili la riduzione di ansie e paura, oltre allo sviluppo di competenze relazionali e l’aumento della motivazione.

Il ruolo della musica nelle case di cura

Partendo da questi presupposti, Paolantonio ha basato la sua ricerca con il programma Art for Ages che ha coinvolto quattro case anziani ticinesi e nove studenti del Conservatorio della Svizzera italiana. Nel corso di dieci settimane i residenti hanno avuto la possibilità di cantare e suonare percussioni maneggevoli insieme agli studenti, che hanno ricevuto un training specifico sotto forma di seminario. Il progetto di dottorato di Paolantonio si è articolato su quattro studi condotti con approccio qualitativo. Il primo ha cercato di chiarire il ruolo che la musica ricopre nella vita quotidiana dei residenti, il secondo e terzo hanno investigato l’esperienza vissuta da residenti e studenti e gli effetti percepiti prendendo parte al programma, e il quarto ha analizzato aspetti relativi alla formazione offerta agli studenti.

I risultati hanno rivelato che l’incontro tra residenti e studenti può generare importanti benefìci reciproci. Per quanto riguarda i primi è emerso che la musica è un’importante risorsa per sentirsi meno soli, mantenere il contatto con la propria identità e vivere esperienze estetiche appaganti. Inoltre, sono emersi il desiderio di avere più occasioni di ascoltare musica, sia registrata che dal vivo, e l’interesse ad approcciare autori e repertori non familiari. La partecipazione ad Art for Ages ha generato un’ampia gamma di sensazioni positive e appaganti, dovute alle opportunità di apprendimento offerte dal programma, alle relazioni interpersonali intercorse durante le sessioni e all’alto livello musicale dei giovani musicisti coinvolti. Questi ultimi, dal canto loro, hanno considerato rilevante il programma in virtù del suo valore umanitario e innovativo, ricevendo insegnamenti non solo dai docenti ma anche dai residenti stessi, con significativi effetti sia sulla sfera professionale che personale e con miglioramenti in termini di motivazione, energia e percezione del proprio stato di salute”.

Condividere emozioni attraverso la musica

Paolantonio ha inoltre creato nel 2018 Musica e parole, programma focalizzato sull’ascolto della musica e sul dialogo. Anche in questo caso gli studenti ricevono una formazione specifica e vengono preparati a realizzare eventi in casa anziani che possano facilitare la condivisione di emozioni e riflessioni suscitate dai brani da loro eseguiti.

La pandemia ha arrestato molti progetti, ma altri sono cresciuti anche attraverso l’implementazione di piattaforme online. Musica e parole è uno di questi. Ha coinvolto dieci strutture in Ticino ed è rientrato, come unico caso internazionale, tra gli esempi di best practice inclusi nel rapporto nazionale Arts and Culture in every care home? pubblicato nel 2021 dalla Baring Foundation (Regno Unito).

Riguardo agli sviluppi della sua ricerca, Paolantonio sarà impegnato nei prossimi mesi su tre fronti. Il primo riguarda lo sviluppo di attività musicali rivolte a centri diurni per la terza età, nel contesto di un programma sostenuto dall’Associazione svizzera per la promozione dell’innovazione sociale finalizzato a coinvolgere gli anziani in processi di co-creazione. Il secondo è uno studio randomizzato controllato in collaborazione con la Croce Rossa e l’Ente Ospedaliero Cantonale focalizzato sugli effetti che la partecipazione musicale può avere sulle persone con malattia di Parkinson. Infine, è previsto l’incremento dell’offerta dei programmi Art for Ages e Musica e parole sul territorio ticinese.

In linea con il concetto di active ageing proposto dall’OMS, che sottolinea tra l’altro l’importanza di supportare la partecipazione degli anziani al welfare sociale, economico e culturale della comunità, l’obiettivo comune di questi progetti è sviluppare interventi che facilitino l’accesso alla musica da parte della terza e quarta età, incrementando la qualità della vita nei luoghi di cura per anziani.

Alla luce dei benefici riportati dagli studenti, conciliare la ricerca con la formazione all’interno dei conservatori appare cruciale. In questo modo, si può contribuire a creare circoli virtuosi in grado di rafforzare il ruolo dei musicisti nella società e aumentare il loro benessere, arricchendo il loro bagaglio di competenze e ampliando le loro opportunità professionali.

Piste di futuro.

Per saperne di più leggi e ascolta:

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Catterina Seia

Co-Founder e Presidente CCW-Cultural Welfare Center; Co-Founder e Vice-Presidente della Fondazione Fitzcarraldo; Vice-Presidente della Fondazione Medicina a Misura di Donna

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