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Paolo Rossi Castelli06 lug 20182 min read

Nuova terapia genica per recuperare l’uso della mano | Fondazione IBSA

Una nuova speranza per il recupero della funzionalità delle mani dopo un trauma al midollo spinale arriva dai ricercatori del King’s College di Londra, che hanno descritto sulla rivista Brain i buoni risultati ottenuti, negli animali da laboratorio, grazie a un particolare tipo di terapia genica. Come funziona? Quando il midollo spinale, che è contenuto all’interno del canale vertebrale, subisce un danno (in seguito, per esempio, a un incidente stradale o una caduta), si formano quasi subito vaste aree di tessuto cicatriziale (simili a quelle delle comuni cicatrici), che spesso impediscono ai nervi lesionati di ricrescere regolarmente e di raggiungere le zone in cui dovrebbero portare gli stimoli in arrivo dal cervello. Da qui derivano le paralisi (che variano a seconda del punto in cui viene lesionato il midollo), o comunque situazioni che rendono difficili i movimenti (la maggior parte delle lesioni traumatiche del midollo spinale, negli uomini, si verifica a livello del collo, e questo può provocare la paralisi anche di tutti e quattro gli arti).

Uno degli agenti responsabili di questa cicatrizzazione “sbagliata”, e del conseguente blocco degli impulsi nervosi, è la condroitina, una proteina che – secondo diversi studi – può essere disattivata tramite un enzima chiamato condroitinasi. Proprio su questo enzima i biologi inglesi hanno puntato l’attenzione: utilizzando sugli animali da laboratorio tecniche molto sofisticate, sono riusciti a far arrivare nelle cellule delle zone danneggiate un gene (un tratto di DNA) capace di indurre la produzione della condroitinasi e, dunque, di bloccare la condroitina e la conseguente crescita del tessuto cicatriziale. In più, i ricercatori hanno anche trovato il modo, tramite la somministrazione di un antibiotico, per attivare solo nei momenti desiderati quel gene (la condroitina non può essere bloccata in modo continuativo, perché è una componente fondamentale anche del tessuto connettivo, cioè del tessuto che sostiene gli altri tipi di tessuto, e questo sarebbe incompatibile con la vita). Ebbene, gli animali trattati con questa nuova terapia genica hanno recuperato parte della funzionalità motoria delle zampe anteriori (equivalenti alle mani negli uomini): funzionalità che era andata perduta in seguito a traumi indotti dagli stessi ricercatori. Gli animali sono riusciti ad afferrare con precisione alcuni granuli di zucchero, senza evidenti effetti collaterali.

Nonostante i risultati positivi, questa tecnica non è ancora pronta per la sperimentazione sull’uomo, perché restano aperti diversi problemi legati alla sicurezza. Ma nuovi studi verranno avviati per cercare di risolvere queste difficoltà.

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Paolo Rossi Castelli

Giornalista dal 1983, Paolo si occupa da anni di divulgazione scientifica, soprattutto nel campo della medicina e della biologia. È l'ideatore dello Sportello Cancro, il sito creato da corriere.it sull'oncologia in collaborazione con la Fondazione Umberto Veronesi. Ha collaborato per diversi anni con le pagine della Scienza del Corriere della Sera. È fondatore e direttore di PRC-Comunicare la scienza.

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