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Adolescenti seduti attorno al tavolo sorridono e svolgono un'attività insieme.
Catterina Seia31 lug 20257 min read

Prescrizione sociale: strategie integrate per la salute mentale degli adolescenti

Prescrizione sociale: strategie integrate per la salute mentale degli adolescenti
10:49

L’adolescenza - per convenzione intesa tra i 10 e i 19 anni - è una fase cruciale dello sviluppo umano, segnata da importanti cambiamenti fisici, emotivi e relazionali. In questo periodo, i ragazzi devono affrontare sfide fondamentali come l’accettazione dei cambiamenti del corpo, la ridefinizione dei legami familiari e la creazione di nuove relazioni sociali: passaggi delicati che possono influenzare profondamente la salute mentale. In questo scenario, strumenti come la prescrizione sociale possono offrire un valido supporto, aiutando i giovani a ritrovare equilibrio e senso di appartenenza.

In questo delicato e articolato momento della vita, un disagio temporaneo – che può manifestarsi attraverso sintomi ansiosi, disturbi depressivi, pensieri suicidari, problematiche alimentari, disturbi psicotici come la schizofrenia o comportamenti legati all’abuso di sostanze – può evolvere in un disturbo clinico di tipo psichiatrico, con effetti che tendono a protrarsi nel tempo. 

Considerando anche che metà dei disturbi psichici che si manifestano in età adulta ha origine prima dei 18 anni (OMS, Adolescent and young adult health, 2024), risulta ancora più cruciale proteggere e promuovere il benessere mentale sin dall’adolescenza, attraverso interventi tempestivi e strategie di prevenzione efficaci. 

 

Cosa dicono i dati?

A livello globale, circa un adolescente su sette convive con un disturbo mentale, come depressione, ansia e problematiche comportamentali.  
I disturbi d’ansia negli adolescenti sono i più diffusi, soprattutto tra i ragazzi tra i 15 e i 19 anni, con una prevalenza stimata del 5,5%.  
La depressione insorge sempre più precocemente: colpisce circa l’1,4% dei giovani tra i 10 e i 14 anni e il 3,5% tra i 15 e i 19 anni, e può avere conseguenze gravi, come il suicidio, che è la terza causa di morte tra i 15 e i 29 anni (OMS, Menta health of adolescents, 2024). Si tratta di dati allarmanti, confermati a livello europeo.  

La salute mentale degli adolescenti tra ansia e depressione

Secondo il report UNICEF Child and Adolescent Mental Health – The State of Children in the European Union 2024, circa 11,2 milioni di bambini e adolescenti sotto i 19 anni nell’UE (pari al 13% del totale) soffre di un disturbo mentale. In particolare, tra i 15 e i 19 anni, l’8% presenta disturbi d’ansia e il 4% la depressione. Inoltre, i disturbi mentali sviluppati durante l’adolescenza possono compromettere il percorso scolastico, influenzando negativamente la frequenza, il rendimento e accentuando l’isolamento sociale e la sensazione di solitudine, che in Europa raggiungono i tassi più elevati proprio tra i giovani, in particolare tra le ragazze tra i 16 e i 24 anni (JRC, Loneliness in Europe. Determinants, Risks and Interventions, 2024). 

Il ruolo della società per il benessere psicologico degli adolescenti

I dati confermano l’urgenza di un intervento concreto a livello globale, attraverso la promozione del benessere psicologico, il potenziamento dell’apprendimento socio-emotivo, il rafforzamento delle reti sociali di supporto e l’accesso equo ai servizi di assistenza. 

Tuttavia, lo stigma e il pregiudizio possono ostacolare la richiesta di aiuto e aggravare il malessere. È quindi fondamentale rispondere ai bisogni di salute mentale evitando l’eccessiva medicalizzazione, privilegiando approcci non farmacologici, centrati sulla persona e sul contesto sociale, attraverso strategie diversificate che coinvolgano, oltre ai servizi sanitari, anche scuole, comunità, enti del terzo settore e servizi di prossimità, come ad esempio le biblioteche.
Per quanto riguarda la scuola, una revisione di 46 meta-analisi ha evidenziato che la frequentazione scolastica rappresenta un fattore protettivo significativo contro l’ideazione suicidaria e i tentativi di suicidio, sottolineando il ruolo cruciale dei contesti educativi nel promuovere e sostenere la salute mentale dei giovani (P. J. Na, J. Shin, H. R. Kwak et al., 2025).
 

Va inoltre considerato che nei Paesi dell’UE le risorse destinate ai servizi di salute mentale sono inferiori rispetto a quelle riservate alla salute fisica. Non a caso, nel 2022, quasi il 50% dei giovani adulti tra i 18 e i 29 anni non ha ricevuto un’assistenza adeguata rispetto ai propri bisogni psicologici (UNICEF, 2024). Di conseguenza, un approccio integrato alla cura aiuterebbe anche a mitigare le carenze del sistema sanitario, ampliando la rete di sostegno e facilitando l’intercettazione precoce del disagio.


La prescrizione sociale

In questo contesto, potrebbe rivelarsi particolarmente utile considerare l’implementazione della prescrizione sociale come strategia complementare per affrontare le sfide legate alla salute mentale di adolescenti e giovani adulti. Si tratta di un approccio integrato, già adottato in oltre 30 Paesi nel mondo, in particolar modo nell’area nordica e anglosassone, e in continua espansione, che si propone di promuovere il benessere attraverso interventi non clinici.  

 

Come funziona la prescrizione sociale?

Come illustrato nel manuale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità - A toolkit on how to implement social prescribing (2022) - , la prescrizione sociale rappresenta uno strumento volto a ridurre le disuguaglianze sanitarie, mettendo in connessione le persone con risorse di supporto presenti nella comunità. Generalmente, questo processo inizia con un operatore sanitario o socio-assistenziale che orienta l’utente verso un link worker, figura chiave che lavora insieme alla persona per definire un percorso personalizzato basato su bisogni, valori e preferenze. Il piano d’azione che ne deriva prevede il coinvolgimento in attività che spaziano dal volontariato alle iniziative artistiche e culturali, dall’esercizio fisico alla cura del verde. 

Questo approccio olistico, centrato sulla persona, non solo contribuisce a migliorare la qualità della vita individuale, ma rafforza anche il senso di appartenenza e le reti di sostegno locali, ampliando in modo significativo le possibilità di intervento precoce. 

Le evidenze emergenti sull’efficacia della prescrizione sociale

Le evidenze sull’efficacia della prescrizione sociale in età evolutiva sono ancora limitate, ma in progressiva crescita. Una scoping review recente, pubblicata nel 2025 e condotta da Caitlin Muhl, ricercatrice presso la Queen’s University di Kingston, insieme a un team interdisciplinare di studiosi provenienti dalla stessa università e dall’Università di Toronto, ha analizzato nove studi pubblicati tra il 2020 e il 2024 nel Regno Unito e negli Stati Uniti, sull’applicazione della prescrizione sociale nella fascia giovane della popolazione, in particolare tra i 15 e i 25 anni. 

I programmi analizzati sono stati attuati in contesti sia clinici che comunitari, tra cui studi medici, servizi di salute mentale, pronto soccorso, scuole e organizzazioni di beneficenza, e la motivazione più ricorrente dell’invio è stata la presenza di problematiche legate alla salute mentale. In tutti i casi, un link worker ha facilitato il collegamento con attività di supporto personalizzate, come iniziative sociali, artistiche, culturali, motorie e interventi a sostegno dei bisogni primari. 

Nel complesso, i risultati evidenziano una prevalenza di esiti positivi. Le indagini quantitative riportano miglioramenti nel benessere psicologico e relazionale, nella percezione del supporto e nella riduzione della solitudine. Le testimonianze qualitative, invece, indicano una maggiore consapevolezza delle risorse disponibili, un coinvolgimento attivo nella comunità e un generale miglioramento della salute percepita. 
Alcuni studi hanno inoltre raccolto dati auto-riferiti che mostrano una riduzione significativa nell’utilizzo dei servizi sanitari, in particolare per quanto riguarda le visite mediche e gli accessi al pronto soccorso. 

Il caso dello studio INACT come intervento di prescrizione sociale

Scuole e biblioteche, in quanto spazi accessibili a tutti gli adolescenti, rappresentano contesti privilegiati per promuovere il benessere e ridurre la solitudine. Possono infatti agire come canali di collegamento tra i giovani e le risorse comunitarie, e nel Regno Unito hanno già iniziato a essere impiegate per facilitare interventi di prescrizione sociale. Tuttavia, ad oggi non esistono studi che abbiano indagato l’applicazione della prescrizione sociale in ambito scolastico. Al fine di colmare questa lacuna è stato avviato lo studio pilota  - Increasing Adolescent social and Community support (INACT) - , che sperimenterà l’introduzione di un percorso di prescrizione sociale nelle scuole, rivolto a giovani che segnalano sensazioni di solitudine o un basso senso di appartenenza alla comunità. 

INACT adotta un disegno sperimentale con due gruppi paralleli, uno di intervento e uno di controllo, con alunni di età compresa tra i 9 e i 13 anni, provenienti da 12 scuole in Inghilterra (6 primarie e 6 secondarie) situate a Londra, Leeds e Manchester. La metà parteciperà a un percorso di prescrizione sociale, mentre gli altri riceveranno semplici indicazioni sulle risorse disponibili nel territorio da parte del personale scolastico. 

La raccolta dei dati dello studio sarà completata entro il luglio 2025 con la pubblicazione dei risultati prevista per settembre. Nel frattempo, NHS England ha fissato l’obiettivo di triplicare il numero di link worker a 9.000 nei prossimi dieci anni. In questo contesto, le evidenze generate dallo studio INACT potranno offrire indicazioni fondamentali su come e dove allocare in modo strategico queste figure, al fine di rispondere efficacemente alle crescenti esigenze di ben-essere psicologico e sociale dei giovani. 

Se dimostrata efficace, l’integrazione della prescrizione sociale nel contesto scolastico potrebbe non solo ridurre i livelli di solitudine nella fascia giovanile, ma anche contribuire a migliorare il benessere mentale e fisico nel lungo termine, oltre a generare risparmi significativi per i servizi sanitari e sociali. 

 

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A cura di Catterina Seia (Presidente CCW – Cultural Welfare Centre) e Elena Rosica ( Cultural Welfare Center (CCW), Research Area)
 
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Catterina Seia
Co-Founder e Presidente CCW-Cultural Welfare Center; Co-Founder e Vice-Presidente della Fondazione Fitzcarraldo; Vice-Presidente della Fondazione Medicina a Misura di Donna

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