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IBSA Foundation_SBF_cellule cyborg
Paolo Rossi Castelli26 gen 20232 min read

Batteri cyborg per nuove terapie anticancro

I ricercatori dell’Università della California hanno modificato alcune cellule di Escherichia Coli per renderle più resistenti e capaci di entrare nel tumore, ma senza duplicarsi. Potranno essere usate anche per molti altri scopi.

La biologia sintetica (che cerca di creare, utilizzando l’ingegneria genetica e altre tecniche avanzate, microrganismi viventi e funzionanti) taglia un nuovo traguardo: quello delle cellule cyborg, ibridi realizzati modificando la struttura di alcuni batteri affinché eseguano compiti quali la sintesi di farmaci, la sanificazione dell’aria, la purificazione di acque contaminate, la diagnosi di certe malattie, e altro ancora.
Ne dà notizia la rivista Advanced Science, che pubblica uno studio dei ricercatori dell’Università della California, sede di Davis, nel quale si chiariscono le caratteristiche delle nuove cellule bioniche.

In sintesi, i bioingegneri sono riusciti a inserire allinterno di cellule batteriche di Escherichia coli, e quindi vive e vitali, strutture tridimensionali costituite da polimeri di idrogel (molecole costituite da unità” tutte uguali) che impediscono loro di replicarsi. In questo modo, le Cyborg Cells – così sono state chiamate – mantengono inalterati i vantaggi degli organismi viventi, quali il metabolismo, la mobilità, la sintesi di proteine e la capacità di esprimere” le istruzioni inserite nel loro DNA, senza tuttavia potersi riprodurre, e dunque senza esporre a rischi di vario genere l’ambiente in cui vengono rilasciate.

Un maggior numero di funzioni

Nello stesso tempo, queste nuove Cyborg Cells superano il limite di altre cellule sperimentali della stessa “categoria”, ma totalmente sintetiche (quindi non originate da un batterio), che riescono a svolgere, almeno per ora, solo un piccolo numero di funzioni elementari.

Gli ibridi traggono il massimo dalle potenzialità dei due approcci, e per questo potrebbero avere un grande successo nellambito della ricerca biomedica, e consentire di portare a termine numerosi compiti di vario tipo. Questo perché la presenza dei polimeri fa aumentare la loro resistenza agli agenti esterni, quali gli stress meccanici o fisici (per esempio, le variazioni di pH o di temperatura, o la presenza di antibiotici o di acqua ossigenata), rendendoli particolarmente adatti per svolgere funzioni delicate in ambienti ostili.

Inoltre, una delle versioni delle Cyborg Cells sperimentate dal gruppo californiano si candida a diventare una terapia antitumorale, perché riesce a penetrare all’interno delle cellule malate e a distruggerle, almeno nei primi studi in laboratorio.

Medicina ed etica: sorgono alcuni interrogativi 

Gli studi proseguono sui diversi possibili polimeri da utilizzare per costruire” le Cyborg Cells, sui metodi di controllo esterno della loro attività e sulle potenziali applicazioni. Ma sperimentazioni come questa aprono anche interrogativi etici, che andranno affrontati: è legittimo utilizzare esseri viventi come i batteri per trasformarli in una sorta di macchina, a nostro uso e consumo?

Andrà poi ulteriormente controllato il grado di sicurezza di questi organismi ibridi, per evitare che, in modo inaspettato, possano andare incontro a qualche forma di replicazione.

 

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Paolo Rossi Castelli

Giornalista dal 1983, Paolo si occupa da anni di divulgazione scientifica, soprattutto nel campo della medicina e della biologia. È l'ideatore dello Sportello Cancro, il sito creato da corriere.it sull'oncologia in collaborazione con la Fondazione Umberto Veronesi. Ha collaborato per diversi anni con le pagine della Scienza del Corriere della Sera. È fondatore e direttore di PRC-Comunicare la scienza.

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