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IBSA Foundation_Interpretare i movimenti dei neonati
Paolo Rossi Castelli02 feb 20232 min read

Come interpretare i movimenti “casuali” dei neonati?

Ricercatori giapponesi hanno “tracciato” il modo in cui i bimbi appena nati agitano braccia e gambe, apparentemente senza una ragione precisa. In realtà sono “esercizi” del cervello per esplorare lo spazio circostante.

Chiunque sia stato a contatto con un neonato di pochi giorni o settimane lo sa: i bimbi si muovono in continuazione, anche quando dormono, scalciando e agitando le braccia e le gambe. Finora non era noto il motivo di questi movimenti che sembrano involontari, casuali, ma un gruppo di neonatologi e neuroscienziati giapponesi, dellUniversità di Tokyo, ha cercato di vederci più chiaro, e ha escogitato un metodo raffinato per raggiungere lobiettivo.

Come illustrato (anche con una serie disegni) sulla
rivista scientifica PNAS, i ricercatori hanno combinato una registrazione accurata di tutti i movimenti spontanei di 12 neonati con meno di 10 giorni di vita, e di 10 bimbi di circa 3 mesi, tutti sani. Hanno utilizzato un modello messo a punto da loro stessi che, partendo da centinaia di movimenti registrati, associava ciascuno di essi alle aree del cervello che li governano, e alle stimolazioni che li inducono. In questo modo gli studiosi sono riusciti a ricostruire che cosa accade quando il bambino muove un arto, e a spiegare il significato – fondamentale per la crescita – di tanta agitazione.

I neonati si muovono continuamente: c’è una spiegazione

In sintesi, il cervello apprende una serie di stimoli e sperimenta le diverse risposte, fino a quando definisce quelle più adeguate. Il movimento degli arti è dunque un’autentica esplorazione dell’ambiente esterno (così diverso da quello scuro e protetto del ventre materno), e serve per calibrare le risposte muscolari e spaziali agli stimoli.

E non si tratta di mere ripetizioni di movimenti casuali, meccanici, ma di successivi affinamenti delle risposte, motivati essenzialmente dalla curiosità e dalla conoscenza, cioè dalle funzioni più importanti del cervello umano, come confermato anche dal fatto che non c’è una ricompensa a motivare il movimento.

Screening neonatali 

Oltre a fornire una spiegazione molto credibile del fenomeno, la scoperta potrebbe essere utile anche per gli screening neonatali: qualora un bambino, cioè, non si muovesse abbastanza o in uno dei tantissimi modi previsti, si potrebbe cogliere per tempo unanomalia dello sviluppo del sistema somato-sensoriale e intervenire, laddove possibile.

Inoltre, questo tipo di deficit è tipico di alcune malattie (per esempio genetiche o neurologiche, come la paralisi cerebrale), e un esame come quello messo a punto dai ricercatori di Tokyo potrebbe contribuire a definire meglio i criteri per le diagnosi.

 

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Paolo Rossi Castelli

Giornalista dal 1983, Paolo si occupa da anni di divulgazione scientifica, soprattutto nel campo della medicina e della biologia. È l'ideatore dello Sportello Cancro, il sito creato da corriere.it sull'oncologia in collaborazione con la Fondazione Umberto Veronesi. Ha collaborato per diversi anni con le pagine della Scienza del Corriere della Sera. È fondatore e direttore di PRC-Comunicare la scienza.

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