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bicchiere in cui viene versata una sostanza da una fialetta
Paolo Rossi Castelli21 ago 20252 min read

GHB test: un tatuaggio temporaneo per smascherare la droga dello stupro

GHB test: un tatuaggio temporaneo per smascherare la droga dello stupro
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Il nuovo GHB test va applicato sulla pelle e cambia colore nell’arco di un secondo se entra a contatto anche solo con una goccia di una bevanda in cui è presente GHB, la sostanza usata più spesso per innescare una perdita di coscienza e di memoria in ragazze che poi vengono violentate. 




Un tatuaggio adesivo temporaneo, messo a punto nella Corea del Sud, potrebbe aiutare a smascherare in tempo le cosiddette droghe dello stupro.

Droghe dello stupro 

Le droghe dello stupro sono farmaci e sostanze d’abuso molto difficili da individuare perché insapori, inodori e incolori, che vengono mescolate agli alcolici e ai soft drink dai malintenzionati al fine di abusare sessualmente delle vittime rese incoscienti

GHB cos’è

Uno dei principali è il GHB, o acido gamma-idrossibutirrico, che induce uno stato di torpore simile a quello di una grave intossicazione alcolica, e provoca anche una perdita temporanea di memoria.

Per controllare se una bibita è stata alterata con GHB esistono strisce di carta e altri dispositivi monouso che, a contatto con la sostanza, cambiano colore, ma richiedono diversi minuti per reagire e sono comunque voluminosi - dunque, anche per questo, difficili da utilizzare, soprattutto in situazioni a rischio.

 

Il tatuaggio per rilevare la sostanza GHB 

Per ovviare a questo problema, i ricercatori del Department of Metabiohealth della Sungkyunkwan University di Suwon, hanno realizzato, come dicevamo, un tatuaggio adesivo temporaneo che fornisce una risposta certa in un secondo, e può quindi essere realmente di aiuto a una persona che tema di essere stata drogata. In più il cambiamento di colore permane per almeno un mese, consentendo così agli inquirenti di avere a disposizione una prova.

 

Una pellicola trasparente che si tinge di rosso 

Come illustrato sulla rivista scientifica ACS Sensors, il tatuaggio temporaneo è composto da una pellicola di plastica decorata con disegni simili a quelli dei tatuaggi permanenti (per non mostrarne la vera natura), che contiene una miscela di idrogel nel quale è sciolto un composto in grado di colorarsi di rosso, se viene a contatto con il GHB. Dall’altra parte della pellicola è stata applicata una soluzione adesiva diluita, che consente al tatuaggio di restare adeso alla pelle.
Per verificare l’affidabilità del tatuaggio, i ricercatori l’hanno sperimentato immergendolo in piccole quantità di alcolici tra i quali whisky, vodka, birra e soju, una bevanda coreana, così come nel caffè, e hanno dimostrato che basta un secondo per rilevare il GHB in concentrazioni bassissime, e inferiori a quelle che possono rappresentare un pericolo, e cioè 0,01 milligrammi in un millilitro di liquido. Ciò significa che chi porta il tatuaggio potrebbe immergere un dito nella bevanda sospetta, far cadere una goccia su di esso e avere immediatamente (e discretamente) una risposta. Inoltre, come detto, il cambio di colore resta stabile per almeno un mese: una caratteristica che può rivelarsi cruciale in caso di violenza e di relativi procedimenti penali.

Costa poco ed è facile da produrre 

Secondo gli studiosi coreani, infine, il tatuaggio è estremamente economico e facile da produrre. In più, resiste alle pressioni meccaniche e all’acqua. Qualora fosse messo in commercio (e i ricercatori si augurano che questo accada presto), potrebbe diventare una dotazione offerta dai gestori dei locali, oltreché qualcosa da acquistare e indossare in caso si preveda di partecipare a una situazione potenzialmente pericolosa.

 


 

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Paolo Rossi Castelli
Giornalista professionista, Paolo si occupa da molti anni di divulgazione scientifica, soprattutto nel settore della medicina e della biologia. È l'ideatore dello Sportello Cancro, il sito creato da corriere.it sull'oncologia in collaborazione con la Fondazione Umberto Veronesi. Ha scritto per le pagine della Scienza del Corriere della Sera e per altre testate nazionali. È fondatore e direttore di PRC-Comunicare la scienza.
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