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Luca Nicola22 lug 20202 min read

La lingua che parliamo influenza il nostro modo di pensare?

La ricerca della psicologa Lera Boroditsky si distingue per un approccio originale e interdisciplinare, che integra metodi e conoscenze di linguistica, psicologia, neuroscienze e antropologia.

In questa TED Talk, Boroditsky ci presenta una sintesi dei suoi studi, affermando una tesi che continua a trovare conferme nelle pubblicazioni specialistiche più recenti: il linguaggio non solo è indispensabile per comunicare, ma è uno strumento incredibilmente potente per plasmare il pensiero.

Una convinzione molto attuale, che in realtà circola da parecchi secoli, come testimonia la celebre frase di Carlo Magno, l’imperatore del Sacro Romano Impero: “Avere una seconda lingua è avere una seconda anima”.

Ma in che termini la lingua che parliamo influenza il nostro modo di pensare?

Ci sono circa 7.000 lingue parlate in tutto il mondo. E tutte differiscono profondamente l’una dall’altra, con effetti evidenti su aspetti importanti come la rappresentazione del tempo, il modo di calcolare, l’orientamento nello spazio.

Un caso esemplare è quello dei Kuuk Thaayorre, una comunità di aborigeni australiani studiata personalmente da Boroditsky:

Ciò che è interessante è che nella loro lingua non usano parole come ‘sinistra’ e ‘destra’, bensì tutto è in punti cardinali: nord, sud, est e ovest. Per i Kuuk Thaayorre, il tempo è determinato dal territorio. È un modo drasticamente diverso di concepire il tempo.
Le differenze non si fermano qui. Ci sono alcune lingue che non hanno parole specifiche per i numeri, altre che descrivono i colori solo in termini di ‘chiaro’ e ‘scuro’, altre ancora che definiscono le medesime cose con generi grammaticali diversi.

Anche il modo in cui le persone descrivono gli eventi cambia profondamente,

le persone che parlano lingue diverse, faranno attenzione a cose diverse, a seconda di quello che la loro lingua richiede.

Per fare un esempio, due persone che assistono allo stesso crimine ma parlano lingue diverse, finiranno per ricordare cose diverse dello stesso evento.

Questo ci dice che interpretiamo le informazioni, percepiamo la realtà e viviamo le nostre esperienze in base ai nostri schemi linguistici e culturali. È sicuramente complicato, ma costituisce al tempo stesso una risorsa preziosa:

La bellezza della diversità linguistica è che ci rivela quanto sia ingegnosa e flessibile la mente umana. La mente umana non ha inventato un solo universo cognitivo, ma 7.000: ci sono 7.000 lingue parlate in tutto il mondo. E possiamo crearne molte altre: la lingua, ovviamente, è una cosa viva, che possiamo plasmare e cambiare per adattarla alle nostre esigenze. La cosa tragica è che stiamo perdendo questa diversità linguistica, di continuo. Stiamo perdendo circa una lingua a settimana, e secondo alcune stime, metà delle lingue del mondo andranno perdute nei prossimi 100 anni.

Dobbiamo allora cercare di preservare il più possibile questa ricchezza, perché ogni volta che incontriamo un’altra lingua e un’altra cultura, impariamo molto anche su noi stessi.

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Luca Nicola

Copywriter dal 1988, ha iniziato la sua carriera in De Agostini, per poi scegliere di continuare come freelance. Laureato in Filosofia, attualmente è anche docente di Web Marketing presso il Centro di Formazione Federlegno. Come consulente di comunicazione lavora da anni per molti clienti, tra cui alcuni grandi gruppi internazionali. Nel 2012 ha aperto il blog personale "Mela N" dove tratta argomenti legati alla Scrittura, alla Comunicazione, al Content Marketing e allo Storytelling.

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