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Nascere in musica
Catterina Seia30 ago 20226 min read

Nascere in musica

Diversi studi condotti a livello internazionale dimostrano gli effetti benefici generati dall’ascolto della musica in gravidanza sia per la madre che per il feto.

Il report OMS Health Evidence Network Synthesis Report 67-2019, rassegna di riferimento sulla relazione tra cultura e salute, dedica una sezione al ruolo della musica per il benessere materno, fetale e neonatale: gli studi presi in esame ne confermano gli impatti positivi su stress, ansia e depressione, sintomi spesso presenti durante la gravidanza e post partum.

Effetti, anche immediati, di distress emozionale si rilevano attraverso misurazioni ormonali, del cortisolo e dell’ossitocina, come nel miglioramento dei parametri vitali in termini di saturazione, ritmo cardiaco, frequenza respiratoria e pressione arteriosa sistemica.

Nei primi mille giorni di vita, dal concepimento al secondo anno di età, si assiste alla fase di massima plasticità cerebrale, ma anche di estrema vulnerabilità, del feto e poi del nascituro. Interventi di prevenzione, protezione e cura intrapresi possono generare impatti a breve, medio e lungo termine sulla salute, mediante il controllo e la riduzione di potenziali fattori di rischio e la stimolazione neurosensoriale per sostenere lo sviluppo delle competenze cognitive e socio-relazionali.

Infatti, fin dalle prime ore di vita, il neonato è orientato all’altro, all’interazione e alla simulazione sociale. Attraverso la gestualità della bocca, la protrusione della lingua, i movimenti del volto e, successivamente, della testa e delle mani, apprende attraverso l’imitazione, inaugurando così un percorso di formazione che durerà tutta l’esistenza.

Ma gli studi dimostrano come, già a 33-34 settimane, il feto riconosca la voce della mamma e la distingua da altre voci e suoni: quando la madre pronuncia la sillaba ‘la’, risponde aprendo la bocca, imitando il movimento per riprodurre il suono. Inoltre, le esperienze uditive prenatali influenzeranno i comportamenti del bambino dopo la nascita.

Nascita prematura
Ogni anno, 15 milioni di bambini nel mondo nascono prima del termine. Più di uno su dieci. Il numero delle nascite pretermine è in continuo aumento e costituisce la principale causa di decessi nel periodo neonatale; in particolare durante le prime quattro settimane di vita possono insorgere disturbi neurofisiologici, neurologici, cognitivi, legati alla motricità, al linguaggio, alla comunicazione e alla sfera emotiva. Fattori ambientali come la separazione precoce, le procedure dolorose a cui il bambino è sottoposto e la mancanza di stimoli sensoriali, soprattutto il contatto e la voce della madre, sono elementi determinanti.

Nei primi giorni di vita, il neonato prematuro è sottoposto a una serie di interventi dolorosi, indispensabili per la sua sopravvivenza, in un contesto di separazione dai genitori e in un ambiente, colmo di strumenti, suoni, luci, che plasma fortemente la struttura cerebrale, con effetti anche a lungo termine. Sono fattori che influenzano il benessere e lo sviluppo del neonato prematuro.

La Healing Architecture, l’architettura della salute, stia sviluppando sperimentazioni d’interesse sul design degli spazi della cura, con particolare attenzione all’aspetto del suono e della luce (elemento di regolazione fisiologica e del ritmo circadiano), nei reparti di Terapia intensiva Neonatale (TIN). Un esempio di buona pratica è fornito dall’intervento condotto da Fondazione per l’Architettura/Torino e DEAR Design Around Onlus presso l’Ospedale di Sant’Anna di Torino, in Italia, dove gli spazi sono stati riconfigurati nell’estate 2022, attraverso un processo partecipato per accrescere il benessere ambientale e relazionale nel reparto TIN, reso più accogliente anche per la presenza dei genitori.

La prima musica: il suono della voce materna
L’introduzione della musica fa la differenza. Molte ricerche dedicate a questa prima finestra di sviluppo del bambino hanno studiato gli effetti dell’introduzione di protocolli basati sulla musica all’interno dei reparti di Terapia Intensiva Neonatale (TIN), registrando benefici importanti: stabilizzazione cardiaca e del respiro, riduzione di apnee e bradicardia, migliore dispendio energetico, aumento del peso, miglioramento del sonno, della nutrizione, della suzione e riduzione della durata dei ricoveri.

La voce emessa dalla madre, una delle prime modalità incarnate dell’intersoggettività umana, è una grande risorsa che è stata oggetto di studio (2022) da parte del gruppo diretto dalla prof.ssa Petra Hüppi e dal prof. Didier Grandjean del centro di ricerca dei Geneva University Hospitals (UNIGE-HUG).
La modalità del Contatto Vocale Precoce (CVP) è stata introdotta nella TIN. La ricerca ha valutato le risposte al dolore e la produzione di ossitocina nei neonati durante un prelievo utilizzando tre settings: con la presenza dei genitori e il canto della mamma; con i genitori e il parlato della mamma; senza la presenza dei familiari.

La ricerca mostra un dato rilevante: il significativo aumento dell’ossitocina - l’ormone del legame sociale che costituisce anche un fattore di protezione verso le infiammazioni - nei neonati del primo setting. L’utilizzo di scale di valutazione comunemente usate in pediatria ha inoltre consentito ai ricercatori di rilevare una diminuzione del dolore percepito durante il prelievo.

Nel 2019, sempre l’Università e gli Ospedali Universitari di Ginevra hanno pubblicato un altro importante caso di studio sull’introduzione dell’ascolto di brani musicali realizzati con arpa, campanella e punji (uno strumento a fiato indiano), composti dal musicista Andreas Vollenweider. L’uso della risonanza magnetica ha consentito ai ricercatori di valutare l’impatto della stimolazione musicale in termini di sviluppo della connessione neuronale nei bambini prematuri. Le regioni cerebrali beneficiate sono state quelle deputate al processamento sensoriale, uditivo e cognitivo delle informazioni. Lo studio, condotto su tre campioni, ha dimostrato che nei bambini prematuri esposti alla musica la connettività funzionale tra le aree cerebrali è più alta e l’organizzazione neuronale è simile a quella dei bambini nati a termine. La ricerca, intrapresa tra il 2013 e il 2016, ha previsto una seconda fase di valutazione a lungo termine, tuttora in corso, con l’intento di rilevare i benefici cognitivi e socio-emotivi prodotti dall’esperienza a sei anni di distanza.

Dopo la TIN, l’ingresso nella vita
La maggior parte di studi e programmi di intervento musicale trascura la fase del rientro a casa, malgrado alcune ricerche indichino la forte esigenza di supporto da parte di madri e neonati anche dopo le dimissioni. Sebbene non più a rischio medico, nella diade madre-bambino, a fronte di un miglioramento dei tassi di sopravvivenza per i neonati prematuri, la preoccupazione per le complicazioni a lungo termine, della qualità della vita, possono avere un impatto psicologico sui caregiver e sui rapporti bambino-genitori.

Con lo scopo di valutare gli effetti di programmi basati sulla musica condotti dopo la dimissione dalla TIN, è nato il progetto Long Step che coinvolge una rete di università, ospedali e centri di ricerca distribuiti tra Norvegia, Polonia, Israele, Argentina e Colombia. La sperimentazione, iniziata nel 2018, terminerà a marzo 2023 e consentirà lo sviluppo di un protocollo per programmi nei contesti domestici durante il primo anno di vita del bambino, colmando così una lacuna critica nella conoscenza.

Tenendo conto che gran parte dell’interazione tra madre e neonato è di natura musicale, l’introduzione della musica e del canto nelle interazioni quotidiane potrebbe essere significativa per sostenere l’efficacia comunicativa genitoriale, ovvero per supportare la fiducia dei genitori nella loro capacità di gestire con successo le sfide legate alla crescita psicosociale del bambino.


A cura di Catterina Seia e Sara Uboldi
Sara Uboldi Dottore di Ricerca in Scienze Umanistiche, Università di Modena e Reggio Emilia
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Catterina Seia

Co-Founder e Presidente CCW-Cultural Welfare Center; Co-Founder e Vice-Presidente della Fondazione Fitzcarraldo; Vice-Presidente della Fondazione Medicina a Misura di Donna

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