La skin to skin, anche conosciuta e applicata come “terapia del marsupio”, è una pratica semplice e naturale che favorisce i legami affettivi bambino-genitore, migliora il sonno, le funzioni cardiache e respiratorie, e riduce dolore e stress. Oggi i ricercatori del Burke Neurological Institute, affiliato alla Cornell University (New York), hanno scoperto che il contatto prolungato pelle a pelle ha anche un effetto diretto sullo sviluppo della sostanza bianca cerebrale (l’insieme delle fibre che collegano le diverse aree del cervello).
Che cos’è lo skin to skin
Il termine skin to skin indica il contatto diretto pelle a pelle tra il neonato e il genitore, generalmente la mamma. È una pratica molto diffusa nelle terapie neonatali, specialmente nei bambini prematuri, che vengono appoggiati sul petto del genitore per periodi prolungati.
Contatto pelle a pelle: benefici neonatali
Oltre a favorire la termoregolazione e la stabilità dei parametri vitali, lo skin to skin rafforza il legame affettivo e promuove il benessere emotivo di genitori e figli.
Nei neonati prematuri, inoltre, questo contatto favorisce una maturazione più armonica e completa della sostanza bianca cerebrale, con particolari benefici nelle zone del cervello correlate allo stress, alla memoria e all’emotività.
Uno studio pubblicato su Neurology ®, la rivista scientifica dell'American Academy of Neurology, ne ha esplorato i dettagli, fornendo prove assai convincenti, anche se occorreranno ulteriori approfondimenti per la dimostrazione definitiva.
Nuovo studio: skin to skin e sostanza bianca del cervello
Il papillomavirus è molto diffuso e si trasmette soprattutto attraverso i rapporti sessuali, non solo genitali ma anche orali, in seguito al contatto con la pelle e le mucose infette (-non viene diffuso, invece, tramite i liquidi corporei).
Si stima che l'85-90% delle persone sessualmente attive contragga un'infezione da HPV almeno una volta nella vita, ma nella stragrande maggioranza dei casi il sistema immunitario elimina il virus. Solo alcuni ceppi particolarmente aggressivi possono rimanere all’interno delle cellule e, in una percentuale ridottissima, portano - con il passare del tempo - ad alterazioni delle cellule stesse, fino a innescare una situazione precancerosa, e poi cancerosa.
La risonanza magnetica conferma i buoni risultati
Prima della dimissione dall’ospedale, ogni bambino è stato sottoposto a una risonanza magnetica cerebrale. Le immagini ottenute hanno permesso di valutare lo sviluppo della sostanza bianca, mostrando che più erano state lunghe le sessioni di contatto pelle a pelle, più i neonati mostravano marcatori di sviluppo favorevoli in due regioni chiave del cervello: il cingolo e le radiazioni talamiche anteriori.
Il primo è una struttura di fibre nervose a forma di anello situata sopra il “corpo calloso”, che collega i lobi frontale, parietale e temporale e svolge un ruolo importante nell'elaborazione delle emozioni e delle funzioni cognitive, formando parte del cosiddetto sistema limbico.
Le radiazioni talamiche anteriori, invece, sono un insieme di fibre nervose che connettono i nuclei del talamo con la corteccia cerebrale, in particolare le aree frontali e temporali del cervello, trasmettendo informazioni sensoriali, motorie ed emotive, e svolgendo un ruolo determinante nella memoria e nell’apprendimento.
L’effetto positivo sullo sviluppo della sostanza bianca è apparso significativo anche tenendo conto di variabili potenzialmente influenti, come l’età gestazionale alla nascita, il livello socioeconomico della famiglia e la frequenza delle visite dei genitori.
Un miglioramento per la salute cerebrale complessiva
Per Katherine E. Travis, questi risultati aggiungono un tassello importante alla comprensione del cervello dei prematuri: «Lo sviluppo della sostanza bianca - spiega - è sensibile all’esperienza vissuta dai bambini in ospedale. Il contatto pelle a pelle non solo rafforza il legame con la famiglia, ma potrebbe anche favorire nuove connessioni neuronali, migliorando la salute cerebrale complessiva».
Naturalmente lo studio presenta dei limiti: è stato condotto in un solo ospedale e su un numero non elevato di neonati. I ricercatori sottolineano che saranno necessarie ulteriori ricerche, ma una “finestra” importante è stata aperta.
I bambini che nascono molto prima del termine naturale, lo ricordiamo, sono più soggetti a una serie di potenziali problemi, sia fisici come lo sviluppo incompleto dei polmoni, che neurologici e cognitivi.
Anche per questo è particolarmente importante trovare metodi per studiare e agevolare uno sviluppo armonioso del loro cervello.


