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Collage di attività culturali e creative legate al Social Prescribing: due persone che lavorano l’argilla in un laboratorio di ceramica, un gruppo di adulti che suonano strumenti musicali con entusiasmo, e persone che visitano una mostra d’arte moderna
Redazione IBSA24 giu 20256 min read

Social Prescribing: il modello che amplia il concetto di cura

Social Prescribing: il modello che amplia il concetto di cura
8:40

Un numero crescente di Paesi ha compreso che la salute non si cura solo con le medicine. Il Social Prescribing è il modello che connette i bisogni emotivi e sociali del paziente a risorse culturali e comunitarie, con effetti documentati su benessere e qualità della vita.

Che cos'è il Social Prescribing

Negli ultimi anni, il concetto di salute si è evoluto oltre la sfera puramente clinica. Il Social Prescribing si inserisce in questo nuovo paradigma, riconoscendo che il benessere di una persona dipende anche da fattori relazionali, sociali e culturali. 

È stato introdotto per ampliare le opzioni terapeutiche disponibili per i medici di base e i loro pazienti, specialmente quando i problemi di salute hanno origini in questioni socioeconomiche o psicologiche di lunga data. Come descritto da Brandling e House nel 2009, con questa iniziativa si mira a fornire un'alternativa aggiuntiva alle soluzioni mediche tradizionali, affrontando le cause profonde dei problemi di salute attraverso il collegamento a risorse comunitarie non cliniche. 

In pratica, si tratta di un percorso attraverso cui un medico o altro professionista sanitario può orientare un paziente verso attività che possono aggiungere significato, creare nuove relazioni o dare al paziente la possibilità di assumersi responsabilità o di essere creativo.

Tra le attività comunemente prescritte troviamo laboratori creativi, orti urbani, gruppi di cammino, associazioni di quartiere o eventi culturali. Tutto ciò avviene in modo strutturato, con il supporto di una figura dedicata, chiamata Link Worker, che costruisce con il paziente un piano d'azione personalizzato.

Eccone la definizione, accettata a livello internazionale e riportata dalla National Academy for Social Prescribing:

 

Un mezzo attraverso il quale persone fidate, in contesti clinici e comunitari, possono identificare che una persona presenta bisogni sociali legati alla salute ma non di natura medica, e successivamente collegarla a forme di supporto e servizi non clinici all'interno della comunità, co-creando una prescrizione sociale – una prescrizione non medica – per migliorare la salute e il benessere e rafforzare le connessioni con la comunità.

 

Questo tema è anche al centro del lavoro della Global Social Prescribing Alliance, un’iniziativa internazionale nata per superare il modello "medico-centrico" ancora prevalente nei sistemi sanitari. 
Promuovendo un approccio fondato sulla prevenzione, sull’intervento precoce e sulla valorizzazione delle risorse locali – culturali, sociali e comunitarie – l’Alleanza propone un sistema integrato in cui la salute diventa una risorsa quotidiana, e non solo l’assenza di malattia. 

Il Playbook Global Social Prescribing Alliance, sviluppato nel 2021 con il contributo della Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), propone linee guida, strumenti operativi e criteri di misurazione per implementare su scala globale modelli di prescrizione sociale efficaci, sostenibili e personalizzati

General Practitioners e Link Workers: chi sono e che ruolo hanno

Nel modello operativo del Social Prescribing, il ruolo chiave iniziale è affidato ai General Practitioners (GP), che individuano i pazienti idonei, ma il cuore pulsante del sistema è rappresentato dai Link Workers
Si tratta di professionisti non sanitari con formazione specifica, incaricati di costruire un percorso condiviso con il paziente, connettendolo alle risorse del territorio. Il loro intervento non si limita a fornire informazioni, ma include anche accompagnamento, supporto motivazionale e monitoraggio dei progressi. Il loro lavoro è personalizzato e si sviluppa attraverso colloqui strutturati, spesso distribuiti su settimane o mesi.

Uno sguardo ai Paesi che lo adottano regolarmente

Il Social Prescribing è in fase di implementazione in almeno 17 paesi, sebbene ancora in forme frammentate, a volte locali e spesso informali in alcuni e già ben strutturato in altri. Tra questi, Cina, Corea del Sud, Germania, Danimarca, Australia, Finlandia, Svezia, Spagna, Singapore, Irlanda, Paesi Bassi, Portogallo, Canada, Nuova Zelanda, Regno Unito, Stati Uniti e Giappone, come segnalato in un articolo pubblicato su BMJ Global Health nel 2022 (dato aggiornato al 2021). 

Mappa del mondo che evidenzia in turchese i paesi in cui è attivo il Social Prescribing: Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Irlanda, Germania, Paesi Bassi, Spagna, Finlandia, Svezia, Australia, Nuova Zelanda, Giappone e Cina.
In Inghilterra, paese in cui nasce il social prescribing, ad esempio, l’NHS ha realizzato il più esteso programma istituzionale di prescrizione sociale mai intrapreso da un sistema sanitario pubblico, integrandolo stabilmente nelle reti di cure primarie. Nel biennio 2020–2021 sono stati introdotti 1.000 Social Prescribing Link Workers con l’obiettivo di rendere accessibile a tutta la popolazione, tramite i medici di base, un supporto personalizzato fondato su risorse comunitarie non cliniche. Nell’anno fiscale 2023/24, il piano puntava a coinvolgere oltre 900.000 persone in percorsi di prescrizione sociale, all’interno di una strategia più ampia per un’assistenza personalizzata universale destinata a raggiungere almeno 2,5 milioni di cittadini. Questo investimento senza precedenti ha sancito il riconoscimento formale delle attività sociali e culturali come componente integrante dell’assistenza sanitaria nel sistema sanitario inglese.

 

Arti e cultura come risorsa terapeutica

L’inserimento delle attività culturali tra gli strumenti della Prescrizione Sociale non è accessorio, ma centrale. La letteratura scientifica recente mostra come le arti possano avere un impatto misurabile sul benessere psicologico, cognitivo e sociale su adulti con depressione o ansia, persone anziane a rischio di isolamento, individui con condizioni croniche e giovani in contesti svantaggiati. 

Secondo il report Mughal R., Polley M., Sabey A. & Chatterjee H.J. (2022) How Arts, Heritage and Culture can support health and wellbeing through social prescribing pubblicato dalla National Academy for Social Prescribing (NASP), l’integrazione strutturata di attività artistiche, musicali, teatrali, di danza e legate al patrimonio culturale nei percorsi di prescrizione sociale apporta benefici comprovati sul piano della salute mentale, della connessione sociale e del senso di appartenenza.

Le attività analizzate spaziano da laboratori creativi a progetti di canto corale, programmi museali, scrittura espressiva e danza comunitaria, mostrando effetti rilevanti sulla resilienza emotiva, l’autoefficacia e la qualità della vita.

L’impatto economico del coinvolgimento culturale sulla salute

Gli effetti concreti della cultura e dell’arte sulla salute non si limitano all’ambito della salute, ma evidenziano un potenziale significativo nel ridurre la pressione sui servizi sanitari e nel rafforzare l’efficacia degli investimenti pubblici in ambito sanitario. Nell’articolo Salute e cultura: il valore economico del coinvolgimento culturale sono citati 13 modelli che analizzano l’impatto di specifiche attività culturali su diversi gruppi di popolazione. Per ciascuno, sono stati calcolati i benefici economici derivanti dall’incremento della qualità della vita, dell'ottimizzazione della spesa sanitaria pubblica e dai risparmi nei costi sanitari e sociali. In particolare, si segnala che un maggiore accesso alla cultura è correlato a una riduzione dell’utilizzo di farmaci e visite mediche, e in alcuni casi a un incremento dell’autonomia nella gestione della propria salute. Alcune analisi esplorano inoltre il valore dell’investimento in cultura in termini di ritorni sociali, proponendo un’integrazione più strutturata delle politiche culturali nei piani di promozione della salute pubblica.

L’impatto economico del coinvolgimento culturale sulla salute

Purtroppo però, nonostante il crescente numero di evidenze, arte e cultura – intese come strumenti di prescrizione sociale – restano poco integrate nelle politiche sanitarie di molti Paesi, Svizzera compresa. Tuttavia, l’adozione sistemica del Social Prescribing in numerosi contesti europei, americani e asiatici dimostra che questo approccio può rappresentare una svolta nella medicina del XXI secolo. In Svizzera, il ricco tessuto culturale e la vitalità del panorama artistico offrono le premesse ideali per sperimentare un modello che amplia il concetto di cura. Non si tratta solo di nuovi strumenti, ma di un cambio di prospettiva: mettere al centro non il paziente, ma la persona.

 

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