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Dreaming Man with X-ray Brain and Spine
Paolo Rossi Castelli25 nov 20213 min read

Il sonno serve davvero solo al cervello?

Nuovi studi rivelano che anche esseri viventi privi di sistema nervoso hanno bisogno di dormire, o comunque di “riposare”. Coinvolti altri apparati dell’organismo, a cominciare dal sistema immunitario e da quello digerente.

Anche le spugne, nel loro piccolo, riposano. Lo hanno scoperto, per quanto riguarda la Tethya californiana, i ricercatori dell’Università della California di San Diego nel 2017, e ora la rivista Science fa il punto su questa e altre scoperte che vanno nella stessa direzione: quella di un cambiamento profondo di ciò che sappiamo sul sonno.

Fino a pochi anni fa, infatti, si riteneva che il sonno fosse una funzione presente solo negli esseri viventi dotati di un sistema nervoso, e che avesse principalmente, se non esclusivamente, la funzione di consolidare la memoria e ripulire il cervello dalle informazioni e dagli stimoli inutili captati durante il giorno. Si pensava che non ci fosse alcuna conseguenza per il resto del corpo. Questa idea si rifletteva anche nel tipo di studi, basati soprattutto sulle registrazioni dellattività elettrica del cervello tramite la polisonnografia, e per niente interessati al resto.

Poi, negli ultimi anni, alcune scoperte hanno iniziato a mettere in discussione questa visione, perché è stato dimostrato che creature anche molto diverse, ma egualmente elementari, riposano. Per esempio, le meduse, le idre, i placozoi (esseri costituiti da due soli strati di cellule), e poi, salendo nella scala evolutiva, i vermi più semplici come C. elegans, e poi ancora i moscerini, gli uccelli, i pesci.

Molti animali riescono a dormire con una parte del corpo, pur essendo attivi e vigili con il resto: lo fanno gli uccelli, mentre volano, i pesci e i mammiferi marini, mentre nuotano, o i bovini, restando in piedi, o i pipistrelli (che dormono 20 ore su 24, in media), così come i polpi, dotati di due sistemi nervosi, o gli elefanti, che si accontentano di due ore al giorno di sonno.

Il ruolo della luce
Per gli esseri più semplici e del tutto privi di cervello, invece, gli studi degli ultimi anni hanno evidenziato lesistenza di rallentamenti quotidiani della normale attività, quasi sempre in dipendenza dalla quantità di luce presente (che possono essere assimilati al sonno degli organismi più complessi).

Accade, per esempio, a molti di quelli marini come le meduse dei fondali, che sono legate, per la sopravvivenza, alle alghe e agli altri esseri fotosintetici. Nelle ore di buio, quando le prede sono più difficili da individuare, le meduse, che non hanno sistema nervoso, ne approfittano per rallentare moltissimo lattività, e questo si vede anche in laboratorio, alternando le condizioni di luce e buio, o sottoponendo le meduse stesse a vari tipi di stimoli che le stancano, e dopo i quali c’è sempre un rallentamento ristoratore.

Tutto questo ha portato anche a capire che il sonno non fa bene solo al cervello, e certamente non è unesclusiva dei vertebrati: tutto lorganismo, quale che sia, ne ha bisogno, e se ne avvantaggia per mantenere un buono stato funzionale. In particolar modo ne hanno necessità il sistema immunitario, quello digerente e quello locomotore, oltre al metabolismo nel suo complesso. Non solo. Esistono geni e proteine conservati lungo tutto lalbero evolutivo e associati alla regolazione del sonno (tra questi il circuito della melatonina che, per esempio, agisce anche sulle meduse), a riprova dellimportanza di questa funzione.

 In crescita i disturbi del sonno
Oggi chi studia il sonno non ha dunque più solo un approccio elettrofisiologico focalizzato sul cervello, ma analizza anche le altre cellule, ne studia geni e proteine e cerca di decrittare le complesse relazioni tra i diversi distretti corporei. Come ricorda anche Science - che nel suo ultimo numero dedica al tema una collezione monografica con diversi studi e riflessioni - i disturbi del sonno hanno gravi ripercussioni complessivamentesulla salute umana, e la loro incidenza è in crescita.

Le scoperte degli ultimi anni stanno fornendo una visione del tutto nuova, come dicevamo, che molto probabilmente aiuterà a individuare terapie e percorsi più efficaci.

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Paolo Rossi Castelli

Giornalista dal 1983, Paolo si occupa da anni di divulgazione scientifica, soprattutto nel campo della medicina e della biologia. È l'ideatore dello Sportello Cancro, il sito creato da corriere.it sull'oncologia in collaborazione con la Fondazione Umberto Veronesi. Ha collaborato per diversi anni con le pagine della Scienza del Corriere della Sera. È fondatore e direttore di PRC-Comunicare la scienza.

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