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Sosia
Paolo Rossi Castelli22 set 20223 min read

I sosia? Non sono simili solo nell’aspetto

Uno studio condotto dall’Università di Barcellona rivela caratteristiche inedite delle persone che, pur non essendo parenti, hanno il viso identico. Varianti genetiche in comune influenzano anche altri parametri biologici e il comportamento.

Molte persone in tutto il mondo, hanno un Doppelgänger (per usare un termine specifico tedesco), cioè un quasi-gemello, un sosia, di cui non sono in alcun modo parenti, ma con il quale condividono laspetto esteriore: un fenomeno noto da tempo. Ora, però, uno studio appena pubblicato sulla rivista scientifica Cell Reports dai ricercatori dellUniversità di Barcellona scava a fondo in questa realtà (che, con laumento della popolazione mondiale, e con la diffusione delle immagini attraverso i social media, si riscontra sempre più spesso) e getta su questo mondouna luce del tutto nuova, dimostrando che la somiglianza tra due gemelli non-parenti va ben oltre le caratteristiche somatiche.

Si è sempre ipotizzato che le persone simili dal punto di vista estetico potessero condividere alcuni tratti del codice genetico (come minimo quelli, appunto, che determinano la forma del viso, o il colore degli occhi), ma nessuno aveva mai approfondito questi temi, per la difficoltà di reperire coppie di questo tipo e perché si riteneva che si trattasse di eventi del tutto casuali.

Un nuovo metodo di ricerca
I ricercatori di Barcellona, invece, hanno cambiato approccio e si sono messi in contatto con 32 coppie di Doppelgänger fotografate dallartista canadese François Brunelle che dal 1999 viaggia in tutto il mondo alla ricerca di persone somiglianti le une alle altre e le hanno sottoposte inizialmente al vaglio di tre fra i più rodati programmi di riconoscimento facciale, per verificare se anche lintelligenza artificiale notasse le medesime somiglianze. In effetti, il 75% delle coppie è stato catalogato come compatibile (stessa classificazione dei gemelli omozigoti) da almeno due dei tre programmi, e 16 da tutti e tre. Questi risultati hanno dimostrato, fra laltro, che la capacità di riconoscere le facce da parte di questi software è del tutto simile a quella umana.

Simili anche per alcuni tratti del codice genetico
I ricercatori hanno prelevato campioni di saliva da queste 16 coppie, per estrarre il loro DNA e sequenziarlo, come si dice in gergo, interamente. Così è stato possibile individuare le variazioni genetiche comuni e anche i profili epigenetici (cioè i meccanismi che regolano lespressione dei singoli geni). In più i ricercatori hanno anche esaminato il microbiota (linsieme dei batteri buonidellintestino). Lanalisi genetica ha rivelato che 9 delle 16 coppie prese in esame condividevano diversi tra i principali polimorfismi (varianti del DNA), pur presentando anche caratteristiche personali.

Le 16 coppie mostravano anche forti similitudini nel peso e in altri parametri biometrici (altezza, struttura fisica), nonché in diverse abitudini quali, per esempio, quella di fumare, oppure nel livello di istruzione, suggerendo che la variazione genetica condivisa non riguarda solo l'aspetto fisico, ma può anche influenzare abitudini e comportamenti comuni. Diversa si è invece rivelata, nella maggior parte dei casi, la composizione del microbiota.

Applicazioni anche in altri campi
I Doppelg
ãnger sono quindi molto più che persone somiglianti esteriormente, e questo potrebbe avere ricadute significative in diversi ambiti. «I nostri risultati - conferma Manel Esteller, professore di genetica all'Università di Barcellona e coordinatore dello studio - forniscono una base per applicazioni future in campi come la biomedicina e la medicina forense (la medicina, cioè, applicata alle questioni legali). In questultimo settore, per esempio, potrà diventare possibile ricostruire i tratti somatici di una persona sconosciuta se si possiede il suo DNA (paragonandolo a quello di persone conosciute, all’interno di grandi banche dati, che abbiano le sue stesse caratteristiche genetiche e varianti, ndr)».


In modo speculare, suggerisce Esteller - si potrebbe anche studiare se certi tratti somatici siano in qualche modo collegati a determinati disturbi (aiutando in questo modo a migliorare la diagnosi precoce di alcune malattie). È evidente, però, che si tratta di temi delicatissimi, dal punto di vista etico: temi che renderanno necessaria una regolamentazione molto chiara e precisa, man mano che questi studi avanzeranno. Non è scontato, poi, che i membri delle coppie di Doppelgänger vogliano essere riconosciuti e catalogati in ambito legale, o per il rischio di sviluppare una certa malattia.

 

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Paolo Rossi Castelli

Giornalista dal 1983, Paolo si occupa da anni di divulgazione scientifica, soprattutto nel campo della medicina e della biologia. È l'ideatore dello Sportello Cancro, il sito creato da corriere.it sull'oncologia in collaborazione con la Fondazione Umberto Veronesi. Ha collaborato per diversi anni con le pagine della Scienza del Corriere della Sera. È fondatore e direttore di PRC-Comunicare la scienza.

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