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Paolo Rossi Castelli31 ott 20182 min read

Nuovi guanti per “afferrare” gli oggetti virtuali | Fondazione IBSA

I bioingegneri del Politecnico Federale di Losanna, in collaborazione con i colleghi del Politecnico di Zurigo e con quelli di Microcity (il polo di ricerca a Neuchâtel dedicato all’innovazione), hanno messo a punto un guanto ultrasottile che permette di “toccare” gli oggetti raffigurati dalla realtà virtuale, con una sensazione molto realistica (come se quegli oggetti esistessero veramente) e con un livello di precisione mai raggiunto finora. «Ci siamo impegnati – ha spiegato Herbert Shea, responsabile del Soft Transducers Laboratory del Politecnico di Losanna – per sviluppare un dispositivo leggero che, a differenza dei guanti di realtà virtuale già esistenti, non richiedesse un’impalcatura ingombrante, pompe e cavi molto spessi».

I nuovi guanti, chiamati DextrES, potranno trovare numerosi impieghi non solo nell’ambito dei giochi, ma anche in quello della medicina (per esempio, nella formazione degli aspiranti chirurghi). Per il momento sono collegati alla corrente elettrica tramite un sottile cavo, ma potranno essere alimentati anche da una piccola batteria, perché richiedono scarsa potenza, e questo permetterà un’estrema libertà di movimento.

I ricercatori hanno illustrato le caratteristiche del DextrES al Symposium on User Interface Software and Technology (UIST), organizzato recentemente a Berlino dall’Association for Computing Machinery, spiegando che ogni dito del guanto (con un peso di soli otto grammi e pareti dello spessore di due millimetri) è costituito da nylon all’interno del quale corrono sottilissime strisce di metallo. Queste ultime sono separate da un materiale isolante ultrasottile, e quando l’utilizzatore entra in contatto con un oggetto virtuale, una debole corrente elettrica crea una differenza di potenziale tra le strisce, provocando, grazie alle cariche elettrostatiche generate, l’adesione delle une alle altre. Tutto questo produce una forza frenante, che blocca il movimento delle dita e si traduce in una presa molto salda (con un impatto tattile molto simile a quello di un oggetto reale). Quando, invece, il guanto viene allontanato dall’oggetto virtuale (e la corrente elettrica si annulla), le strisce metalliche tornano a scorrere senza problemi e l’utente può nuovamente muovere liberamente le dita.

«Il sistema sensoriale umano è altamente sviluppato e molto complesso – ha detto Otmar Hilliges, responsabile del laboratorio Advanced Interactive Technologies Lab del Politecnico di Zurigo. – Abbiamo molti tipi diversi di recettori ad altissima densità nelle articolazioni delle dita e nella pelle. Per questo è particolarmente impegnativo creare una sensazione realistica, quando si interagisce con oggetti virtuali. Il nostro lavoro va in questa direzione, puntando l’attenzione, in particolare, sul feedback cinestetico (cioè sulla percezione del movimento, ndr)».

Il guanto è stato sperimentato con successo a Zurigo da un gruppo volontari, ma gli studi verranno ampliati per aggiungere e “raffinare” nuove funzioni.

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Paolo Rossi Castelli

Giornalista dal 1983, Paolo si occupa da anni di divulgazione scientifica, soprattutto nel campo della medicina e della biologia. È l'ideatore dello Sportello Cancro, il sito creato da corriere.it sull'oncologia in collaborazione con la Fondazione Umberto Veronesi. Ha collaborato per diversi anni con le pagine della Scienza del Corriere della Sera. È fondatore e direttore di PRC-Comunicare la scienza.

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