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Paolo Rossi Castelli26 set 20182 min read

Trovate (finalmente) le cellule staminali delle ossa | Fondazione IBSA

Dopo molti anni di studi frustranti, un team di ricercatori e chirurghi dell’Università del Minnesota, sede di Minneapolis (Stati Uniti), ha avuto successo in un’impresa che potrebbe avere importanti ricadute cliniche: ha identificato e descritto le cellule staminali delle ossa, capaci di generare, appunto, altre cellule di osso e cartilagini, e solo queste. Già da lungo tempo, in realtà, l’attenzione di diversi gruppi di ricerca nel mondo si era concentrata sulle cosiddette cellule mesenchimali (presenti soprattutto nel midollo osseo), che apparivano in grado di ricostruire i tessuti dell’apparato scheletrico (ossa, cartilagini, muscoli, grasso, fibroblasti, cellule endoteliali e stroma), ma con alterni e spesso deludenti risultati. Finora, però, nessuna équipe di studiosi aveva potuto individuare, in questo complesso “guazzabuglio” di cellule staminali, quelle “mirate” solo per produrre ossa, o cartilagini. I ricercatori di Minneapolis ci sono finalmente riusciti, utilizzando marcatori genetici molto avanzati (che hanno permesso di distinguere i diversi tipi di cellule staminali) e hanno poi descritto questo risultato sull’autorevole rivista Cell.

In una prima fase i ricercatori avevano individuato le cellule staminali delle ossa negli animali da laboratorio: in particolare, nei topi transgenici (cioè con un DNA modificato tramite l’ingegneria genetica) definiti arcobaleno, perché ogni tipo di staminali in questi animali assumeva una colorazione diversa. Ma siccome non esistono uomini arcobaleno, la ricerca di analoghe cellule umane si era rivelata difficile e deludente… Dopo numerosi altri tentativi, gli studiosi americani si sono concentrati sulle cellule di un femore proveniente da un feto abortito di 17 settimane (questo tipo di studi, con l’autorizzazione dei genitori e del Comitato di bioetica, è consentito negli Stati Uniti). I ricercatori hanno “sequenziato” il codice genetico di vari tipi di cellule, presenti in diversi punto dell’osso, cercando quelle con caratteristiche simili alle staminali isolate negli animali da laboratorio, e alla fine hanno individuato, fra le cellule fetali, quelle capaci di produrre, appunto, solo altre cellule di ossa e cartilagini, e non muscoli o tessuti diversi. Esami di questo tipo sono poi stati ripetuti su frammenti di osso prelevati a pazienti adulti durante l’inserimento di protesi articolari.

Ma non basta. Le cellule staminali delle ossa, secondo i ricercatori, possono essere rintracciate, negli esseri umani adulti, anche all’interno del grasso (compreso quello che viene estratto con le tecniche di liposuzione). Se questi studi verranno confermati, si aprirà la possibilità di avere abbondanti quantità di staminali da usare, in futuro, per la riparazione di ossa danneggiate da traumi o osteoporosi.

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Paolo Rossi Castelli

Giornalista dal 1983, Paolo si occupa da anni di divulgazione scientifica, soprattutto nel campo della medicina e della biologia. È l'ideatore dello Sportello Cancro, il sito creato da corriere.it sull'oncologia in collaborazione con la Fondazione Umberto Veronesi. Ha collaborato per diversi anni con le pagine della Scienza del Corriere della Sera. È fondatore e direttore di PRC-Comunicare la scienza.

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